Per un Molise davvero verde e orgoglioso

Giuseppe a 16 anni partì da Jelsi (Campobasso) nel 1950 e insieme alla madre e ai fratelli raggiunse il padre a Buenos Aires. Qui studiò nel seminario dei salesiani e dopo aver preso i voti scelse di fare il parroco missionario in una delle periferie più povere e degradate della capitale argentina. Aprì una scuola, un pronto soccorso, una falegnameria, una cooperativa di consumo, una biblioteca e accolse profughi, indios, rifugiati e bimbi poveri di ogni nazionalità, colore o etnia. Difese strenuamente quei 40 mila diseredati di Quilmes- Villa Itati e preferì tornare allo stato laicale ma non li abbandonò nemmeno quando gli squadroni fascisti della Tripla A (Alleanza Anticomunista Argentina) minacciavano, sequestravano, torturavano e uccidevano frati e parroci che osavano insegnare cosa fosse la dignità e la giustizia sociale.

Lo assassinarono nel 1976 quando non aveva ancora compiuto 42 anni, ma i suoi confratelli e i poveri che lo continuano ad amare ancora oggi, nel seppellirlo cantarono un inno alla pace universale e al bene che vince sul male.

Da questo messaggio nacque nel 2003 ad opera di un ristretto nucleo di volontari della Cgil e di Jelsi l’Associazione che porta il suo nome e che ha tentato di tenerne vivi gli insegnamenti occupandosi di diritti essenziali, dignità delle persone, colletta alimentare, tutela dell’ambiente, sostegno alle iniziative contro il fascismo, impegno nella Rete Molisana di Libera contro le Mafie, e salvaguardia del territorio da tentativi di trasformarlo in un ricettacolo di rifiuti o in una pattumiera a cielo aperto, oltre ad agire per la promozione delle straordinarie ricchezze paesaggistiche, archeologiche, storiche, artistiche e culturali di una Terra ricca di umanità, tradizioni e saperi.

I volontari dell’Associazione “Josè Tedeschi” contribuirono a realizzare l’unità delle comunità locali di Campania e Molise tra il 2007 e 2008 che fermò con un doppio presidio permanente di 2 mesi ed un’imponente manifestazione a Benevento la scellerata scelta di portare in una cava sul fiume Tammaro acquisita all’asta da un impresa “chiacchierata e a rischio” le montagne di eco-balle dell’hinterland di Napoli.

Fin dal 2003 ed ancora oggi sono al fianco delle popolazioni locali contro l’eolico selvaggio che ha devastato i crinali più belli del Molise facendo scempio di un patrimonio paesaggistico di rara bellezza.

Gli stessi volontari organizzarono con quella rete di associazioni campane e molisane un presidio di Saepinum-Altilia minacciata da mostruose pale eoliche ospitando in più eventi tra gli altri Don Luigi Ciotti, Salvatore Settis ed i principali rappresentanti di istituzioni, organizzazioni e stampa nazionale. La mobilitazione in difesa di un sistema sanitario pubblico e di qualità, e le lotte sociali per far accertare i rischi per interramento o sversamento di rifiuti tossici in Molise coinvolgendo esponenti dell’antimafia come Rosaria Capacchione, Giuseppe Lumia, Raffaele Sardo, Ferdinando Imposimato e altri, hanno accompagnato l’azione di Magistrati e Forze dell’Ordine. Contestualmente le azioni per promuovere i borghi, la filiera corta, la dieta mediterranea, i castelli, le personalità più significative e far emergere gli esempi di abnegazione civica sia tra i residenti sul territorio che tra le comunità molisane in Italia e all’estero, hanno visto l’Associazione “Giuseppe Tedeschi” agire insieme al sistema delle Caritas, alle istituzioni scolastiche e universitarie, agli ordini professionali e alla stessa Isde in molteplici circostanze.

Per questa ragione in una fase storica dominata dal profitto, dall’umiliazione della Costituzione e dall’oppressione iniqua verso minoranze e migranti, merita ogni sostegno la mobilitazione delle forze come l’Isde che con competenza e passione ci indicano una nuova strada per la riconversione ecologica dell’economia, per ricollocare l’uomo al centro dell’agire politico e per far si che in Molise basta alzare lo sguardo per capire che la priorità è la ricostruzione di un sistema sanitario pubblico di qualità e un modello di sviluppo innovativo in cui i Parchi, le filiere produttive, la rigenerazione delle aree interne e gli investimenti ambientali sono le linee direttrici da seguire in una logica di confronto, partecipazione attiva e di coinvolgimento delle comunità locali.

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