Roma, biglietterie Atac, sorta di gironi danteschi

Piramide, 4 ottobre, ore 19,20: di tre sportelli presenti, uno è chiuso

Sono una decina in tutta Roma, ma i disservizi che registrano sono all’ordine del giorno. Il più evidente sono le lunghe file d’attesa, anche di due-tre ore, da parte di utenti che il più delle volte, con il proprio abbonamento, paradossalmente portano soldi all’azienda. E l’Atac, come ricompensa in cambio dell’obolo per l’abbonamento mensile o annuale, offre situazioni indegne di un Paese civile.

Le biglietterie dell’Atac sparse per la città – undici quelle all’interno delle stazioni della metropolitana – spesso equivalgono ad un girone dantesco: file interminabili (anche a causa di sportelli inspiegabilmente chiusi), maleducazione da parte degli operatori, litigate continue e la ciliegina sulla torta costituita dalla chiusura degli sportelli – in settimana alle ore 20 – nonostante ci siano ancora decine di persone in fila da molto tempo.

Qualche giorno fa a Piramide s’è ripetuta la solita scena: un centinaio di persone in fila in modo più o meno costante durante tutto il giorno, anche perché dei tre sportelli a disposizione, spesso ne funzionavano soltanto due. Chi è stato servito ha aspettato pazientemente anche tre ore, altri si sono visti chiudere gli sportelli in faccia alle 20, anche perché da un’ora circa gli sportelli operanti erano soltanto due. L’impiegata con lo sportello chiuso, una bella signora mora sulla cinquantina, s’è giustificata (giorno 4 ottobre): “Io ho finito il mio turno, sto qui da mezzogiorno”. Non è allora chiaro perché l’Atac organizzi turni agli sportelli che finiscono un’ora prima dell’orario di apertura al pubblico.

Altro mistero è perché non si adottino dappertutto i numeretti, che “obbligano” gli operatori a chiamare subito l’utente successivo in attesa. Un modo anche per evitare di chiudere gli sportelli in faccia a decine di persone in fila da ore, attivando i numeretti soltanto per chi si prevede di servire.

Altra scena che si ripete è l’arrivo di guardie giurate e personale dell’Atac qualche minuto prima della chiusura per prevenire le solite vibranti proteste. Racconta un dipendente dell’Atac: “Ogni sera la stessa storia, la gente ha ragione, ma dovreste chiedere il perché di questa disorganizzazione ai vertici dell’azienda”. Abbiamo provato a farlo, con una Pec, ma non ci hanno risposto.

Piramide, 4 ottobre, ore 20,15: sei operatori della sicurezza parlano da circa mezz’ora, intervenuti per prevenire le scontate proteste degli utenti non serviti

Raccontano due studenti, tornati la mattina (5 ottobre) dopo il giorno precedente da dimenticare: “Siamo stati a Piramide, abbiamo visto la fila e abbiamo rinunciato. Quindi abbiamo provato a Eur Fermi, anche lì fila assurda. Quindi siamo andati a Magliana e lì abbiamo trovato tutto chiuso”.

Possibile che l’Atac non sia in grado di assicurare un servizio di biglietteria degno di un Paese civile?

Piramide, 5 ottobre, ore 7,20. Già di prima mattina funzionanti solo due sportelli su tre

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