Roma, la guerra all’auto privata

“A Piazza Ragusa l’ex deposito diventerà un hub per la mobilità elettrica ad uso dell’Atac”. È quanto ha dichiarato Giovanni Mottura, presidente dell’Atac, nell’ambito della seconda edizione del “Mobility forum”, l’appuntamento italiano delle smart city e della mobilità intelligente svoltosi oggi 11 maggio a Roma, presso il Palazzo dell’Informazione, sede del Gruppo Adnkronos. Presente Vanessa di Forche Caudine.

Mottura ha ricordato che Roma è una città immensa, che potrebbe ospitare la superficie delle prime nove città italiane “e che ci starebbero pure larghe”, ha detto il numero uno dell’azienda dei trasporti pubblici romani. “Ogni giorni ci sono circa 1.400 autobus in circolazione nella nostra metropoli, che debbono dribblare circa due milioni di veicoli – ha sottolineato Mottura. “Abbiamo messo alle spalle i momenti più critici, quelli legati ai problemi economici, con il debito arrivato ad un miliardo e mezzo di euro. Fuori dalla procedura di concordato, superato il Covid, è il momento della rinascita grazie ai fondi post Covid che ci consentono di cantierare interventi che declinano un rinnovo infrastrutturale. Il rinnovamento della metro A è in corso, così come quello del parco mezzi. Due aspetti evidenti sono i validatori che utilizzano tutti i sistemi di pagamento, posizionati uno in ogni autobus, e l’impegno sull’accessibilità totale, entro l’estate dovremmo portare al 90 per cento la funzionalità delle scale mobili e degli altri impianti, che sono complessivamente circa settecento – ha spiegato Mottura.

Il presidente dell’Atac è sceso nel dettaglio: “In tre anni avremo oltre mille autobus nuovi, 411 totalmente elettrici. I primi 118 ibridi arriveranno tra pochi mesi. Piazza Ragusa, riacquisito dall’Atac, avrà un ruolo centrale come hub elettrico. È in programma l’acquisto di altri 121 tram, i primi dodici arriveranno in un biennio, e il Centro Carni sulla Prenestina dovrebbe diventare un deposito di tram. Grazie ai fondi per il Giubileo avremo 36 nuovi treni per le linee A e B della metropolitana; con gli stessi fondi rinnoveremo tutte le 27 stazioni della metro A. I romani troveranno anche nuove pensiline e paline intelligenti – ha continuato Mottura.

“In sintesi, sono quattro i driver del cambiamento che stanno guidando il servizio tpl della Capitale: il rinnovo infrastrutturale, il rinnovo del parco mezzi, la digitalizzazione dei canali di pagamento e l’accessibilità come elemento fondamentale” ha concluso il numero uno dell’Atac.

All’evento è intervenuto anche l’assessore alla Mobilità di Roma Capitale, Eugenio Patanè, che ha evidenziato come Roma, insieme alla maggior parte delle città europee, sia autocentrica, cioè soffra del trasporto privato a causa di un milione e 700 mila autovetture che solcano le sue strade tutti i giorni. “Abbiamo più automobili che patenti – ha sintetizzato l’assessore, in questi giorni al centro della bufera per il piano dell’estensione della cosiddetta “fascia verde” o eco-Ztl.

Patanè ha evidenziato come lo spazio fisico nelle strade di Roma sia ormai agli sgoccioli, con ricadute negative per la mobilità e per la salute dei romani, ricordando come l’Italia sia stata condannata più volte dall’Europa per i tassi di inquinamento, sia per i rilievi a Roma sia nella Valle del Sacco, tra Roma e Frosinone. La causa, come ha ricordato l’assessore, per il 59 per cento è imputabile al trasporto privato.

“I principali problemi della città sono rappresentati dalla congestione, per cui c’è un numero eccessivo di vetture sia circolanti sia nei parcheggi, dove non si ha più spazio, e allo stesso tempo un elevato livello di inquinamento, causato al 59 per cento dal trasporto privato, con conseguenti danni alla salute – ha detto Patanè. L’imperativo? Diminuire il numero delle auto in circolazione, quindi quelle di proprietà e quelle che si spostano. Più condivisione e intermobilità, secondo il rappresentante del Comune.

“È importante puntare sull’intermobilità, integrando i vettori dello spostamento come trasporto pubblico locale e car sharing, aumentare l’accessibilità e la quantità dei trasporti pubblici che devono essere adeguati al carico, anche in termini di rapporto costi-benefici, e allo stesso tempo disincentivare il traffico privato – ha detto ancora Patanè, che ha rimarcato la specificità morfologica di Roma, “città non paragonabile con altre metropoli europee, forse ad esclusione di Londra, con la differenza che lì ci sono sette milioni e mezzo di abitanti, da noi due milioni e ottocentomila, con il 63 per cento di territorio verde costituito per lo più dall’agro romano”.

Critico verso le auto private anche Gabriele Ferrazzanohead of development smart mobility services dell’Eni, il quale ha ricordato che il servizio di car sharing, che viene utilizzato maggiormente dove la rete Tpl è più efficiente, permette di sostituire con un mezzo dalle otto alle dieci auto private. “La condivisione delle vetture rappresenta una grande occasione soprattutto se si considera che le auto restano parcheggiate per il 92-95 per cento del tempo. È importante incentivare questa modalità di trasporto, per esempio attraverso la leva monetaria e parcheggi dedicati nei centri città – ha concluso Ferrazzano.

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