Il 30 dicembre 2019, in via Benedetto Croce alla Montagnola, è stata inaugurata dalla Sindaca Virginia Raggi, la nuova biblioteca denominata Arcipelago in onore di Gianni Rodari. Questo il racconto appassionato del Presidente delle Biblioteche di Roma Paolo Fallai, delle “urgenze” che hanno determinato questa nuova apertura.
“Quando molti mesi fa ci siamo resi conto che l’esperienza del Caffè Letterario, dopo un decennio, si avviava alla conclusione, la prima cosa che abbiamo pensato è stata non possiamo lasciare l’ottavo municipio senza neanche una biblioteca.
Non è l’unico purtroppo a Roma ad averne una sola, ma sarebbe stato il primo a non averne.
Non potevamo permetterlo: così ci siamo messi in caccia di una nuova sede. Non vi racconterò tutte le possibilità che abbiamo esplorato, perché tutti abbiamo programmato qualcosa per la serata di fine anno e il benvenuto al 2020, e io potrei parlarvi fino alla Befana.
Posso dirvi invece che abbiamo trovato dei locali adatti in via Costantino e siamo riusciti a farceli assegnare dal Patrimonio. Grazie all’assessorato alla crescita culturale abbiamo stanziato i fondi per i lavori necessari e l’apertura del cantiere nelle settimane successive.
Ma intanto il Caffè letterario doveva chiudere, come ha fatto il 15 novembre. E questo, proprio come tutti gli altri municipi di Roma, non è un municipio: è una città. Le zone principali che rientrano nei suoi confini sono Ostiense, Valco San Paolo, Garbatella, Navigatori, Tor Marancia, Tre Fontane, Grottaperfetta, Appia Antica Nord, Appia Antica Sud.
Non è tanto esteso, 48 chilometri quadrati, ma ha più di 130.000 abitanti, più o meno come Ferrara, più di Latina, più di Monza, più di Bergamo.
Abbiamo un grande progetto per questo territorio: riaprire la Biblioteca Ostiense nell’area degli ex Mercati Generali. C’è il progetto, ci sono i fondi, c’è la volontà del Comune che ringraziamo per non aver mai rinunciato a questo sogno da 1500 metri quadrati. Ma non sappiamo quando potremo realizzarlo. E nel frattempo? Dovevamo fare qualcosa perché questi abitanti avessero accesso ai servizi delle nostre bibloteche.
Così, parlando col Municipio, è emersa la possibilità di utilizzare questo Auditorium. In tempi strettissimi viene revisionato, imballato e ricollocato tutto il patrimonio del Caffè Letterario mentre si organizzano e arredano i nuovi spazi. Le operazioni di facchinaggio e trasloco sono state eseguite da una squadra di 10 operai (una media di 2 operai al giorno) per circa 11 giorni. Tutte le fasi del trasferimento – smantellamento del Bibliocaffè, allestimento dei nuovi spazi e riordino del patrimonio – hanno visto impegnato sul posto il personale della biblioteca (3 persone di front office e 2 bibliotecari) , l’ufficio tecnico e l’ufficio tecnologico.
La Biblioteca che si presenta come un grande open space, con un’ampia zona accoglienza ha 30 posti per studio, un angolo relax, 80 sedie con la possibilità di ampliare i posti a sedere fino a 150. Ha un patrimonio di circa 10.000 documenti tra libri (con specializzazione su cinema, musica e e novità editoriali), dvd di cinema d’autore internazionale, periodici e quotidiani. Sarà dotata di un grande schermo. E quando riusciremo ad aprire la nuova Biblioteca di via Costantino, rimarrà come centro culturale e insieme a quella realizzerà un vero e proprio polo bibliotecario, unico a Roma.
Ma perché si chiama Arcipelago? Perché testardamente cerchiamo di offrire servizi culturali a questa città sterminata e non lo facciamo più solo con le biblioteche civiche classiche. Non riusciremo mai a farcela. Lo facciamo con i Bibliopoint, le biblioteche scolastiche che aiutiamo a nascere e che si aprono al territorio. Lo facciamo creando e sostenendo i punti di bookcrossing. “Biblioteca a Cielo Aperto” è un progetto nato proprio nel Municipio VIII, che mira a modificare il concetto stesso di biblioteca come luogo circoscritto rendendolo un processo diffuso sul territorio.
Il 2020 sarà l’anno che abbiamo deciso di dedicare a Gianni Rodari nel centenario della sua nascita. Abbiamo talmente tanti debiti con lui che non ci basterebbero altri cento anni per tentare di essergli grati. Nel frattempo continuiamo a giocare con le parole, come ci ha insegnato, e a non dimenticare i valori che cercava di ricordarci. Questa biblioteca si chiama Arcipelago perché come ai bambini ci piace imparare a fare cose difficili: dare la mano al cieco, cantare per il sordo, liberare gli schiavi che si credono liberi. E come in un Arcipelago, non lasciare nessuno da solo”.