“Non c’è rigenerazione senza comunità”. Da questa considerazione del professore Rossano Pazzagli, docente di Management del turismo e dei beni culturali presso l’Università del Molise, è iniziata la serie di interventi, introdotta e moderata da Francesco Saverio Aymonino e Antonio Seibusi, dei dieci relatori, invitati al convegno “RurUrban Center – Progettare con le Comunità”, alla Casa dell’Architettura di Roma il 19 dicembre 2022, rientrante nella VI edizione di “Rocciamorgia – Il Molise di mezzo tra arti e cultura”.
Ripartendo da quello che c’è, patrimonio territoriale nel quale spiccano paesi, paesaggio e prodotti, attraverso un nuovo spazio di immaginazione “RurUrban Center” e di effettiva partecipazione si può sperare, con il senso di appartenenza e di protagonismo, a cambiare il volto del Molise.
La professoressa Fridanna Maricchiolo del Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università Roma Tre, ha sottolineato il ruolo della psicologia sociale nei processi di rigenerazione e cambiamento all’interno delle comunità. Ha sostenuto la necessità di indagare le teorie popolari di sviluppo sostenibile delle società, intercettare i bisogni delle persone, attraverso l’attivazione di processi partecipativi di consapevolezza ed espressione, aiutare a canalizzare verso la comunità le scelte istituzionali e amministrative, mediare conflitti sociali nella comunità e attivare l’empowerment collettivo.
L’intervento della professoressa grossetana Letizia Bindi, professore associato di Antropologia culturale presso l’Università del Molise, si è concentrato sul futuro possibile del Molise e sugli aspetti rigenerativi del suo territorio, rappresentato, da troppo tempo, come area senza prospettiva.
La cultura, la creatività, l’innovazione sociale, compreso la transizione ecologica e digitale indicano modi nuovi per affermare lo sviluppo di una intera Regione e ripensare l’idea stessa di cittadinanza in chiave partecipativa.
L’architetto Carmen Giannino, direttore coordinatore presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, ha affrontato i temi dei rapporti tra società civile e istituzioni nell’ambito dei percorsi decisionali legati alle politiche pubbliche, dove i cittadini possono essere protagonisti nei territori a bassa intensità. Il principio di prossimità, il processo di apprendimento e il monitoraggio continuo insieme ai processi di progettazione partecipata contribuiscono alla rigenerazione dei luoghi.
Carlo Cellamare, docente di Urbanistica presso “La Sapienza” di Roma, attento e scrupoloso studioso della città e delle periferie, raccontando alcune esperienze romane, ha indicato gli elementi tra percorsi e progetti, invitando a lavorare sul campo dei processi partecipativi lunghi, costruendo relazioni sul territorio, con un approccio multidisciplinare.
Il Sindaco del Comune di Castel del Giudice, Lino Gentile, protagonista di progetti di comunità ha illustrato il suo pregevole lavoro di rigenerazione nel piccolo comune molisano, affermando un modello per tutta la Regione. Ha fatto dell’elemento di debolezza il momento di forza e di riscatto del paese.
La relazione del professore Davide Marino, professore associato di Scienze turistiche presso l’Università del Molise, ha posto alcuni interrogativi sul destino delle aree interne, sui cambiamenti, sulle valutazioni di impatto delle politiche pubbliche e di coesione prendendo seriamente in considerazione tutti gli elementi critici in atto in Molise per tentare di tracciare percorsi trasformativi.
L’evoluzione delle strutture della partecipazione ha contraddistinto l’intervento del professore Bruno Monardo che, accompagnato dai suoi studenti del corso di insegnamento della facoltà di Architettura, ha svolto una breve storia degli “Urban Center” nel panorama italiano, da Torino, Bologna e Bari fino agli “Innovation Center” di alcune città statunitensi.
La professoressa Simona Salvo, docente di Restauro architettonico della facoltà di Architettura ha centrato il suo discorso sulla storia del Molise e il suo patrimonio artistico, ambientale, paesaggistico di notevole valore. Il racconto molto dettagliato ha suggerito molte idee per cambiare il destino della Regione. Laboratori come il “RurUrban Center” possono aiutare a contrastare lo spopolamento, l’abbandono, il declino.
In ultimo, la professoressa Liliosa Azara, in qualità di responsabile scientifica di un intervento di Learning city, ha raccontato il processo di candidatura e selezione della Città Metropolitana di Reggio Calabria al Global Network delle Learning Cities Unesco, e della esigenza di rafforzare l’interesse italiano verso la rete internazionale, per dare una nuova visione dei territori che promuova e arricchisca il potenziale umano degli abitanti, sostenga la crescita personale lungo l’arco della vita e dia impulso allo sviluppo di uguaglianza, giustizia e coesione sociale.
Il convegno, condiviso con l’Ordine degli architetti di Roma e Provincia e con il Dipartimento di Scienze della Formazione Roma Tre, si è concluso con una tavola rotonda moderata dall’architetto Tommaso Brasiliano con Alessandro Panci, Alessandro Izzi, Daniele Saia, Teresita Vecchiarelli, William Ciarallo, Mirco Di Sandro in cui è stata fatta una riflessione sulle possibili applicazioni in Molise delle esperienze riportate.
Ci si è salutati con il proposito di continuare e sviluppare la riflessione e portare avanti il progetto di
comunità RurUrban Center in Molise.
(Giampiero Castellotti)