Sanità, è emergenza

I problemi della nostra sanità pubblica sono purtroppo crescenti e vengono ormai collocati in testa alle agende politiche, sia della maggioranza sia dell’opposizione, benché con interessi differenti. I problemi hanno origini ormai ben lontane, cioè in quelle tante stagioni in cui si è proceduto a tagli indiscriminati pur di recuperare fondi da dirottare in altri settori più remunerativi in termini elettorali. Oggi la maggior parte delle forze politiche riconosce gli errori del passato, persino quelle che cavalcano i disservizi negli ospedali pubblici, lamentando la scarsità delle risorse impegnate (benché in questa manovra gli stanziamenti siano importanti). Insomma, le responsabilità politiche sono collettive e durevoli, accentuate anche dai tanti sprechi legati alle clientele locali specie nel Sud Italia.

Al di là, quindi, dell’uso politico della questione, di certo la condizione della nostra sanità, specie nel Mezzogiorno, è ormai drammatica.

Oltre ai problemi strutturali e alle infinite liste d’attesa, che dirottano buona parte dell’utenza verso il settore privato o alla rinuncia delle cure, c’è il dato demografico che conferma l’aumento degli indici di invecchiamento della popolazione, con conseguente estensione del numero dei malati cronici. C’è poi il nodo del difficile ricambio dei medici e del personale sanitario: tanti andranno in pensione nei prossimi anni e le università, per anni con il numero chiuso d’accesso, non riescono a compensare le carenze e i numerosi vuoti. Esistono ormai tanti paesi senza il tradizionale “medico condotto” costantemente in loco, quello andato in pensione non è stato rimpiazzato.

La rete dei medici di base è quindi sempre meno efficace: i “medici di famiglia” sono sempre più stressati, visitano meno, si limitano spesso a compilare per lo più prescrizioni e rimandano l’assistito alle visite a pagamento dagli specialisti. Ciò determina l’affollamento del pronto soccorso dove ci si reca, per lo più in codice bianco, per responsi immediati e per ovviare alla mancanza di opportunità di visite a basso costo.

Il problema principale resta la mancanza di una sanità territoriale realmente efficiente, salvo qualche eccezione regionale. Da qui dovrebbe partire il rilancio del settore. E quindi il ruolo della Politica, quella con la P maiuscola capace di programmare e di intervenire con concretezza e pragmatismo, resta basilare. Affinché la lezione della pandemia, in tal senso, non venga vanificata.

(D.M.)

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