“Splendi come vita” (Ponte alle Grazie) è il titolo del romanzo di Maria Grazia Calandrone, origini molisane di Palata (Campobasso), candidata al Premio Strega.
La sua è una storia incredibile. La mamma, data in sposa dalla famiglia ad un vicino di casa, in un Molise arcaico specie nelle mentalità, intesse un’altra relazione. Non essendoci il divorzio, vive malissimo il nuovo amore finché i due decidono di suicidarsi gettandosi nel Tevere a Roma, dove nel frattempo s’è trasferita proprio per sfuggire dalla vita di paese. Lascia la figlia di pochi mesi a Villa Borghese. La neonata sarà adottata da una nuova famiglia, il padre adottivo è un parlamentare del Pci scomparso prematuramente.
Il libro costituisce una lettera d’amore alla madre adottiva, professoressa di materie letterarie, amata immensamente dalla scrittrice. Un rapporto, però, difficile, specie da quando la madre informa la figlia di come stanno le cose: è una sorta di ferita soprattutto per la madre, che non crede più all’amore della figlia, che passa un periodo in un collegio di suore.
Frattura su frattura, equivoco su equivoco, si arriva a una distanza siderale fra le due, a un quotidiano dolore, a un quotidiano rifiuto, fino alla catarsi delle ultime pagine.
“Chi scrive rivede oggi la madre con gli occhi di una donna adulta, non più solo come la propria madre, ma come una donna a sua volta adulta, con la sua storia e i suoi propri dolori e gioie – scrive la scrittrice.
Maria Grazia Calandrone, nata a Milano nel 1964, vive a Roma da anni nel quartiere Appio. Poetessa, scrittrice, giornalista, drammaturga, artista visiva, insegnante, autrice e conduttrice Rai, scrive per Il Corriere della Sera e dal 2010 pubblica poeti esordienti sul mensile internazionale Poesia.
Ha scritto numerosi libri, ha vinto molteplici premi fino a questa prova, l’esordio narrativo, che la sta imponendo come una delle più importanti autrici di questo 2021.