Turismo in Molise, tra malasanità e mobilità da terzo mondo

Viene in mente il personaggio interpretato da Enrico Montesano, particolarmente noto sul finire degli anni Settanta, della romantica donna inglese che trovava “molto pittoreschi” i tanti disservizi, soprattutto ospedalieri, della sanità italiana. Ecco, per assicurarsi quello spettacolo senza tante forzature, il Molise potrebbe costituire l’habitat ideale.

Ieri la Tgr Molise della Rai, con un servizio di Monica Raucci, ha dato notizia di una situazione grave negli ultimi giorni negli ospedali regionali “San Timoteo” di Termoli e “Veneziale” di Isernia, dove ci sarebbero medici costretti a lavorare per 50 ore consecutive. E non è la sola criticità della sanità molisana, dove da anni manca personale sanitario, i concorsi settoriali vanno spesso deserti perché le sedi molisane non sono certo ambite sia per il contesto generale sia per le scarse opportunità di crescita professionale, come ci raccontano alcuni medici molisani che operano a Roma. Poi c’è il problema dei tagli, tanti nosocomi sono stati “spolpati” e ci sono località molisane dove, per una qualsiasi emergenza, si è costretti ad imbarcarsi in un vero e proprio viaggio per raggiungere un ospedale.

Sempre ieri il treno da Roma per Isernia è arrivato con oltre due ore di ritardo, facendo saltare molte coincidenze per i tanti molisani che utilizzano il mezzo pubblico per raggiungere il proprio paese d’origine. Ciò accade abbastanza spesso, ma è più grave quando accade di 2 agosto.

C’è da domandarsi che senso abbia investire 100 milioni di euro in quattro anni nel turismo quando permangono – o addirittura si aggravano – questi elementari disservizi. Tanti molisani che vivono altrove – i più ormai anziani in quanto la grande ondata migratoria è stata negli anni Cinquanta-Sessanta – rinunciano a tornare al paese d’origine proprio perché lì non riceverebbero le stesse cure ottenute nella Capitale o in altre località del nostro Paese. E nel contempo per un anziano che non guida più l’automobile, spostarsi con treni e pullman in questo stato diventa sempre più difficile. Intervenire in queste situazioni è una conditio sine qua non per cominciare a parlare seriamente di turismo.

Articoli correlati