Quest’anno tutti gli italiani all‘estero, proprietari di una casa in Italia, devono pagare l’Imu. Compresi quindi i tanti molisani che vivono lontani dal nostro Paese. Ad eccezione dei pensionati di quei Comuni, come Cattolica Eraclea, in Sicilia, che hanno saggiamente esonerato i propri concittadini dal pagamento dell’imposta sulla casa attraverso un’apposita delibera comunale.
Una scelta non facile, quella del Comune in provincia di Agrigento. Perché comporta delle minori entrate e dunque ha un costo per il Comune. Ma ciò nonostante il sindaco Santo Borsellino ed i componenti della giunta di Cattolica Eraclea, in modo lungimirante, su proposta del consigliere Giuseppe Vizzi, hanno avuto il coraggio di abolire l‘imposta per i concittadini pensionati residenti all‘estero. Perché sono consapevoli del valore aggiunto che i propri concittadini nel mondo, proprietari di un immobile in paese, rappresentano per il loro territorio.
Infatti, pur vivendo oltreconfine, continuano a mantenere in ordine la propria abitazione e svolgono un prezioso ruolo sociale, economico e culturale per la terra di origine. Si prendono cura dell’immobile, lo ristrutturano, ne evitano l’abbandono architettonico e, trascorrendo lì le vacanze con familiari, amici, conoscenti, portano vita alla cittadina, e anche un continuo indotto economico.
Insomma rappresentano una vera ricchezza – umana ed economica – che va coltivata. Anche attraverso l’esonero dal pagamento dell’Imu – come bene ha intuito la giunta di Cattolica Eraclea. Conscia del fatto che si tratta di un investimento per far sì che tanti connazionali residenti all‘estero non interrompano il proprio legame con il territorio di provenienza.
L’esonero dal pagamento dell‘Imu, tra l‘altro, scongiura il rischio che si verifichi un‘ondata di messa in vendita degli immobili. Con evidenti danni per l‘intera economia della zona.
Nel frattempo, in situazioni simili, anche altri Comuni stanno adottando delibere analoghe a quella di Cattolica. Ad esempio Mirabella Imbaccari, in provincia di Catania. Come pure San Fele, in Basilicata. Non sempre però è possibile prevedere l‘esonero per i connazionali, come deciso da Cattolica Eraclea. Perché a volte le amministrazioni non hanno i soldi per compensare le minori entrate erariali, dal momento che si trovano in una condizione di dissesto di bilancio.
Ecco perché i sindaci esprimono compatti un messaggio: sarebbe utile che il governo ripristinasse l’esenzione dell‘Imu, almeno per i pensionati italiani residenti all’estero. Facendosene carico a livello nazionale, senza che dovessero essere i singoli Comuni a pagarne il prezzo.
Con l‘ultima legge di Bilancio, infatti, onde evitare una misura di infrazione da parte dell‘Europa purtroppo è stata abolita quella esenzione dall‘Imu che avevamo introdotto col governo Renzi a partire dal 2015. Al fine di ripristinarla ho proposto al ministero dell’Economia e delle Finanze una formulazione che ci permetterebbe di evitare eventuali multe da parte dell’Europa. Su questo aspetto siamo in attesa di un riscontro da parte delle autorità europee competenti in materia. E, se la proposta sarà accolta, l’obiettivo è di reinserire l’esonero nel primo provvedimento utile in Parlamento.
Perché prima ancora che per gli italiani all‘estero, il ripristino dell‘esenzione dall‘Imu sugli immobili di concittadini Aire sarebbe utile per tante località minori, spesso al sud. L‘apporto dei concittadini dall’estero alle rispettive comunità di origine è una boccata di ossigeno per tante località. Non possiamo lasciarci sfuggire un capitale umano ed economico di questo valore.