Un progetto per rilanciare l’Italia e le comunità italiane

Lucio Sepede

Giovedì 13 aprile si è tenuta nell’hotel MEC di Paestum-Capaccio, la conferenza nazionale Cim Italia alla quale hanno partecipato i delegati regionali arrivati da tutta l’Italia e numerose autorità di governo e locali.

La conferenza, organizzata dal segretario generale Attilio Moraca e dal vice presidente Salvo Iavarone, è stata aperta dal presidente della Cim, Angelo Sollazzo, dal vicepresidente, Federico Conte che ha illustrato la relazione generale, dal viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli che ha parlato di turismo delle radici e dal sindaco Franco Alfieri che ha portato i saluti della città di Capaccio-Paestum e della Provincia di Salerno.

Nel pomeriggio ho avuto il piacere di illustrare, a grandi linee, il progetto della Cim – messo a punto in collaborazione con Tiziana Nicotera, Nicola Magri e Fiorello Primi – sul turismo di ritorno (o delle radici) e sulla costruzione di rapporti sistemici e stabili tra la la grande e articolata comunità italiana nel mondo, costituita, oltre che dai 58 milioni residenti in Italia (dei quali cinque milioni di immigrati), anche dai 6,5 milioni di italiani residenti all’estero iscritti all’Aire e dagli oltre 80 milioni di discendenti italiani sparsi per il mondo. E in modo più estensivo, anche dagli oltre 250 milioni di persone, di tutte le nazionalità, che studiano, amano o comunque dimostrano interesse per la cultura e i prodotti italiani.

Come è a tutti noto l’Italia sta fronteggiando una drammatica crisi demografica. Negli anni Cinquanta metà della popolazione era sotto i 30 anni, oggi gli under 30 sono soltanto un terzo. Se ne vanno all’estero più laureati di quanti ne arrivano, e le donne emigrano in misura maggiore. Meno residenti, meno giovani e più anziani significa meno persone che lavorano e di conseguenza meno crescita, meno posti di lavoro, a molti dei quali gli italiani peraltro non sono interessati. E significa meno risorse per la scuola, la sanità e le pensioni.

Con un tasso di natalità così basso (il più basso in Europa) saremo sempre di meno e sempre più poveri. Secondo Alessandro Rosina, scivoleremo al nono posto tra le economie mondiali nel 2030, al sedicesimo nel 2050 e al venticinquesimo nel 2100.

Ovviamente la strada maestra per risolvere il problema è una politica per favorire il maggiore impiego delle donne, con pari opportunità e pari trattamento economico (come ha sottolineato nella sua relazione Mariangela Petruzzelli), creando le condizioni per rendere pienamente compatibile il ruolo di madre (e di padre) con il lavoro, anche tramite lo smart working. Ma un contributo importante, sicuramente strategico, potrebbe essere dato dalla messa a sistema della grande e distribuita comunità degli 80 milioni di discendenti italiani, oltre che dei 6,5 milioni degli iscritti all’Aire.

La creazione di rapporti stabili e intensi con questa ampia comunità, pari a quasi una volta e mezza a quella residente in Italia (e sostanzialmente senza problemi di crescita demografica), potrebbe essere una grande opportunità per l’attivazione di una risorsa immensa, non solo per il turismo delle radici previsto dal ministero degli esteri per il 2024, ma per la crescita degli interscambi (e della ricchezza) sia dei residenti in Italia che delle comunità italiane sparse nel mondo.

Non a caso il progetto è stato ideato e messo a punto nella Cim. Non esiste nessun’altra organizzazione che può fornire un contributo così determinante come quello della Cim, presente, da oltre trent’anni, in 33 paesi nel mondo, con circa duemila associazioni aderenti. Per la costruzione di questa grande comunità italiana, senza confini, molto possono fare le tecnologie digitali e molto possono fare borse di studio (in totale 300 all’anno) da riservare ai discendenti italiani che vogliono preparare le tesi di laurea, partecipare a dottorati di ricerca, a master o a corsi di alta formazione, nelle regioni dei loro avi.

Ovviamente bisogna saper accogliere, sia quelli che tornano per turismo che per studio. E su questo versante molto si sta facendo con i finanziamenti previsti dal Pnrr (non solo quelli del turismo delle radici del ministero degli esteri), e molto sta facendo la Cim con l’apertura del Centro turistico internazionale a Sette Querce – Roccapipirozzi (Isernia) presentato dal direttore Rocco Peluso.

(Lucio Sepede)

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