
ACCANTO AL POPOLO UCRAINO
Rattrista e addolora la notizia
di quei tredici bambini bruciati
dal fuoco dei missili e cannoni,
calcinati fra i rottami delle case
crollate; penso e mi addolora
la notizia che altri hanno visto
la luce accecante calare dal cielo
e spandersi tra le mura domestiche,
bruciare i loro sogni di vivere
il diritto alla vita e alla libertà.
Rattrista e addolora il passo
del vecchio che cerca scampo
nella fuga dal fragore delle bombe
che si susseguono a ritmo ossessivo
e calcolata precisione. Ovunque
neri segni di morte e distruzione.
Avvilisce e addolora la fretta
delle donne e dei bambini
di raggiungere un autobus, un treno
un mezzo sicuro per sfuggire
dalla spirale atroce della guerra
e presto raggiungere una terra amica,
un fuoco per scaldare le membra,
un pasto per vincere il digiuno,
un letto per sedare il tremolio
del corpo, la paura della morte.
Sgomenta e rattrista l’attesa
dei soldati e patrioti ucraini
d’immolarsi per un ideale di libertà,
presente e godibile laddove
non vige la legge dell’oppressione,
non incombe l’ombra tetra del boia
al soldo di un criminale dittatore,
ma brilla il sole del dialogo,
fiammeggiano amore e solidarietà.
Rattrista e addolora il crudele
pestaggio che si fa del diritto alla fede
nei valori della propria terra e civiltà,
la barbara devastazione di villaggi e città,
la famelica arroganza del lupo
che ha decretato il martirio dell’agnello.
L’Europa, novella Maddalena,
è prostrata dolente ai piedi della croce,
con gli occhi al Cristo che le chiede
angosciato: “Perché mi hai abbandonato?”
Più eloquenti d’ogni silenzio,
le mani tese ad accogliere gente
che fugge dalle spire del grande serpente,
dalle granate esplodenti e strazianti,
dall’apocalisse aizzato dall’angelo nero.
Chi attizza quel fuoco infernale
non può essere un essere umano.
Non può sedere sul trono dell’onore
chi si vota alla profanazione della pace;
egli non otterrà né gaudio né gloria,
ma vile caduta nel fango della storia.
Antonio Crecchia
Termoli, 2 marzo 2022