2020, non abbandoniamo la speranza di un futuro migliore

Il 2019 si conclude con dati negativi per l’Italia. Siamo di fatto in recessione, non c’è ripresa economica ed anzi le innumerevoli crisi industriali (Alitalia – Ilva – Whirlpool  – ecc.) dimostrano l’impoverimento del paese e soprattutto la crisi del lavoro che impatta soprattutto i giovani ed anche i meno giovani che spinge alla fuga verso l’estero (si parla di oltre un milione di giovani negli ultimi anni che sono stati costretti ad allontanarsi dall’Italia per cercare lavoro).

Il rapporto numero 53–2019 del Censis disegna l’Italia come un paese ansioso e rancoroso sempre più impoverito che non ha più fiducia nel futuro; dove la percentuale delle famiglie sotto la soglia di povertà è in aumento ed il ceto medio si restringe sempre più, tutto ciò con un governo che pratica la “decrescita felice”.

Tutti noi dobbiamo constatare che l’ascensore sociale è bloccato e ciò provoca l’ansia di un possibile rischio di declassamento sociale per molte famiglie; anche perché la nuova occupazione creata negli ultimi anni è stata segnata da un andamento negativo di retribuzioni e redditi.

Per non parlare dei lavoratori autonomi penalizzati da questo governo spesso demonizzati come potenziali evasori e scoraggiati nelle loro attività da una burocrazia incredibilmente complicata e costosa ed una tassazione soffocante.

Insomma un governo fatto da molti incompetenti e da una demagogia incredibile che lo rende inefficace, instabile ma soprattutto inaffidabile per le imprese e per gli investitori.

Un governo che prima se ne va e più probabilità ha l’Italia di potersi riprendere.

Una politica nella sua articolazione che mostra oltre una crisi della classe dirigente, un’incapacità di costruire una prospettiva di futuro per il nostro paese.

Nonostante tutte le difficoltà di questo periodo, non abbandoniamo la speranza in un futuro migliore per il quale tutti dobbiamo impegnarci.

(Paolo Bartolozzi)

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