A Guglionesi (Cb) si riscopre il merletto

Guglionesi (Campobasso) ha ospitato in un incontro dedicato all’artigianato del merletto, la maestra abruzzese Filomena Monte Fellagara, artista del merletto contemporaneo e studiosa del merletto antico italiano e internazionale. Nel precisare che la lavorazione del merletto non è un’arte ma artigianato, considerata “arte minore” per la costituente popolare della sua lavorazione, la stessa va, per fortuna, verso una condizione più strettamente legata al mondo artistico.

L’artigianato è quella attività lavorativa in cui vengono prodotti oggetti esclusivamente con l’uso delle mani o di piccoli attrezzi. Si distingue dall’arte in sé perché gli oggetti creati non hanno solo un intento decorativo ma hanno come scopo quello di essere utilizzati. Questa necessaria precisazione poiché da quando tale lavorazione è stata oggetto di studio per la candidatura Unesco, si sono riaperti i cassetti del dimenticatoio pensando che tale, potesse anche essere, come nel passato, oggetto di economia locale.

Per mera convinzione il merletto a tombolo molisano è falsamente indicato come artigianato Isernino. Il merletto a tombolo è diffuso in tutto il Molise il quale ha avuto varie influenze che hanno determinato condizioni, modalità e vitalità diverse. Isernia è senza dubbio il fulcro quantitativo di tale tradizione ma certamente non qualitativo. La qualità è intrinseca alla metodologia ed all’esperienza.

Per esempio il tombolo di Tavenna ha origini Croate e consente di operare più su fasce e ricami “stirati” che consentono una realizzazione di notevole pregio. Differenze tra i vari modelli si evidenziano anche in Abruzzo dove la tradizione diventa arte e consente la realizzazione di veri e propri gioielli che fanno la differenza nel considerare tale regione, soprattutto grazie ai comuni di Scanno e Pescocostanzo, un assoluto unicum per fattezza e rigorosa perfezione.

Intrecci artistici e culturali”, la manifestazione che è in itinere a Guglionesi, vuole rappresentare tali differenze, catalogando il folklore dall’artigianato alla vera e propria arte. Le tre componenti hanno tutte un sapore antico ma parlano di futuro: gli antichi mestieri d’arte costituiscono una risorsa culturale, economica e sociale di straordinaria importanza che animano uno dei settori economici (quello dell’economia creativa) che, alla luce dei cambiamenti socio-economici in atto, mostra significativi segnali di crescita. La lavorazione del merletto e delle arti tessili, in particolare, costituisce, nelle molteplici varianti territoriali, una tra le più conosciute espressioni del “saper fare” legata al nostro artigianato artistico e tradizionale apprezzato in tutto il mondo.

La mostra “Intrecci artistici e culturali”, allestita all’interno della villa comunale di Guglionesi ed inaugurata lo scorso 8 luglio, costituisce una importante occasione per ammirare alcuni preziosi manufatti di merletto a tombolo; conoscere le tecniche di lavorazione del merletto e apprendere (attraverso dei “mini workshop” gratuiti organizzati allo scopo) gli elementi base per realizzare dei piccoli “manufatti ricordo” (come sperimentato con successo nel “Good time blues fest”).

Protagoniste di questa mostra sono le partecipanti al corso di “merletto a tombolo” (avviato a Guglionesi nel 2018) diretto con maestria e dedizione da Bianca Gentile. Un corso che, nel favorire la (ri)costruzione di relazioni sociali, diffonde e promuove una cultura artistica ed artigianale propedeutica al mantenimento e alla prosecuzione di quelle tradizioni artistiche che fanno parte del nostro patrimonio culturale. Partendo da questa positiva esperienza, si è voluti creare un “luogo” (all’interno della villa comunale di Guglionesi dove attualmente è allestita la mostra) nel quale la memoria storica e letteraria incontra gli antichi saperi territoriali per generare nuovi processi di sviluppo economici e sociali del nostro territorio. Tale luogo vuol significare, non solo conservare ma consentire che la lavorazione del merletto non sia solo folklore ma si trasformi anche in mezzo di promozione del territorio.

L’incontro ha cercato di delineare e tracciare percorsi progettuali con i quali riattivare dinamiche economiche e sociali “intrecciando” la maestria creativa e manifatturiera con la cultura del territorio. Un’ardua impresa viste le condizioni spesso e volentieri di assoluta referenzialità localistica non supportata da studi e metodologie se non la forza aggregante di cui va dato merito a chi condiziona passi importanti per un riconoscimento definitivo. Il merletto va inserito e concretamente posto come condizione della tradizione tessile molisana (che affonda le sue radici nella pratica della “transumanza” inserita dall’Unesco tra i patrimoni culturali dell’umanità) e con quel patrimonio di competenze creative e manifatturiere moda che ha contribuito al successo di tanti brand della moda.

Contestualmente si cerca di razionalizzare concettualmente le iniziative avviate, che possono offrire utili spunti ai nostri percorsi progettuali con un focus sulla sfilata di alta moda, realizzata da Dolce & Gabbana (la cui storia imprenditoriale è particolarmente legata al Molise) nell’incantevole scenario di Alberobello – Ostuni, con una collezione ispirata all’arte ed ai mestieri artigiani, a quelle “mani sapienti che da secoli se non da millenni si tramandano tecniche di cucito e ricamo”. Tali motivazioni hanno indotto parte dei promotori con il supporto di amministrazioni ed altri attori ed associazioni, tra cui la Federazione Italiana Tradizioni Popolari, ad istituire il distretto di Economia Civile e una sorta di rete del Merletto e dei Filati che vede capofila proprio Guglionesi.

Hanno partecipato all’incontro: Teresa Arielli (consigliere delegata al rapporto con il volontariato e con le associazioni locali – Comune di Guglionesi), Maurizio Varriano (presidente Parco Letterario e del Paesaggio F. Jovine), Filomena Monte Fellagara artista del merletto contemporaneo e studiosa del merletto antico italiano e internazionale, Giorgio Gagliardi (presidente Arci F. Jovine e sezione Anpi Primo Levi), Rosalina Iannacone, docente.

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