Italiani piccoli produttori, diffusissimi sughi e marmellate fatte in casa

Marmellate, conserve e pesto, ma anche verdure sottaceto, miele e frutta essiccata. Sono la qualità e la genuinità a spingere gli italiani a preparare da sé beni alimentari. Una tendenza in crescita grazie anche all’ottica di risparmio.

È la fotografia che emerge dal sondaggio del mensile “Vita in Campagna”, che ha raggiunto quasi 1.500 rispondenti da nord a sud per indagare le abitudini ai fornelli degli italiani, e che ha riscontrato come il 93 per cento degli intervistati si cimenti in produzioni artigianali di cibi da dispensa. Di questi, il 64 per cento indica come motivazione primaria la ricerca di alimenti dalla maggiore qualità rispetto a quelli acquistati al supermercato. Un’attenzione per il prodotto naturale e genuino che parte sin dalla selezione delle materie prime, con l’86% degli intervistati che dichiara di coltivare in proprio la frutta e la verdura che utilizza – un dato in crescita rispetto al 2020 –. L’11 per cento sceglie invece di comprare i prodotti da orto che poi trasformerà, rispettandone però la stagionalità.

In crescita, inoltre, il numero dei consumatori che praticano l’autoproduzione per risparmiare: sebbene il 91 per cento degli intervistati dichiari di dedicarsi a questo hobby da più di tre anni, il 27% ammette come il recente aumento del costo della vita abbia influenzato la scelta di autoprodurre beni alimentari, una percentuale che sale al 29 per cento nel caso delle rispondenti donne. Un segnale che indica quindi che le contingenze storiche stiano influenzando tendenze e consumi. Per quanto riguarda le tipologie di prodotti che vengono preparati, il 67 per cento predilige sughi e salse, mentre il 61 per cento si dedica a marmellate e confetture e il 20 per cento a verdure sottaceto e sottolio. Diverse le inclinazioni di uomini e donne: se i primi preferiscono i sughi e le salse, le seconde scelgono invece con più frequenza le marmellate e le confetture.

Il sondaggio ha consultato un campione di rispondenti provenienti da tutte le regioni italiane, con una prevalenza di intervistati uomini (71 per cento).

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