Roma, nello stand del Molise si parla salentino

Lo stand molisano alla Stazione Termini

Il tempo inesorabilmente trascorre, ma le speranze mai sopite di un Molise finalmente differente nell’organizzazione, nell’offerta di servizi, nell’immagine esterna e in una promozione finalmente efficace non viene mai meno. Purtroppo, però, i sogni si scontrano costantemente con la realtà.

Nella stazione Termini di Roma, per un intero mese (novembre), ha troneggiato uno stand promozionale del nostro territorio. Tra l’altro di frequente citato dalle istituzioni come il classico fiore nell’occhiello delle campagne pubblicitarie in atto. Del resto, la stessa stazione, negli stessi giorni, offriva un ricco campionario di cartelloni pubblicitari delle regioni, Sicilia e Calabria in testa.

Lo stand molisano, come valore aggiunto, è stato collocato a ridosso della stazione dei tassisti che, come noto, includono molti corregionali tra gli appartenenti alla categoria, benché molti di meno rispetto a qualche decennio fa. I tassisti si sono fatti vedere poco, però hanno fotografato la struttura e fatta conoscere con un certo orgoglio attraverso i social. Non sarebbe stato male coinvolgerli direttamente, dal momento che sono tra i migliori opinion leader della Capitale (e i politici ne sanno qualcosa). Ma questa è un’altra storia.

I problemi dello stand sono stati sostanzialmente tre:

  1. non è stato promosso tra i molisani a Roma. Ciò avrebbe potuto rappresentare un valore aggiunto. Ma noi Romani d’origine molisana siamo abituati a ciò;
  2. aveva pochissimo materiale: sostanzialmente solo una piantina della regione, tra l’altro su una facciata priva di molti paesi. Completamente assente una qualsiasi forma di interattività, ad esempio la possibilità di prenotare un weekend direttamente dallo stand;
  3. la ragazza presente, benché affabile, era pugliese, precisamente salentina, quasi del tutto all’oscuro della storia e della cultura molisana. Ovviamente nessuna colpa sua, ma di chi lì ce l’ha messa (e sarebbe da capire perché si colloca una ragazza della provincia di Lecce e non una delle tante ragazze molisane, che spesso sono senza lavoro. Sarebbe bastata qualche studentessa universitaria molisana che vive a Roma, anche per farle guadagnare qualcosa.

Dispiace che ogni tentativo di promozione presenti sempre qualche neo. Sembra proprio che tra il Molise e la valorizzazione di sé stesso ci sia inconciliabilità. Eppure se non ci si sveglia, questa regione rischia proprio di scomparire: nel 2020, tanto per citare qualche dato emblematico, in Molise abbiamo avuto 1.713 nati rispetto a 4.049 deceduti. Ed il saldo migratorio ha visto 8.452 cancellazioni contro 6.427 iscrizioni. Al 31 dicembre del 2020 il Molise contava 294.294 residenti. Lo scorso agosto, ultimo dato Istat, erano 289.315.

Siamo sconfortati.

(aggiornamenti – 7 dicembre 2022)

Le problematiche relative agli Infopoint promozionali della Regione Molise non riguardano soltanto Roma, ma interesserebbero anche Napoli.

A seguito della segnalazione effettuata dall’associazione “Forche Caudine” circa la presenza di una incolpevole ragazza salentina quale hostess dello stand molisano, ignara della storia e della cultura regionale, l’associazione sta ricevendo analoghe segnalazioni da Napoli.

Un ragazzo campobassano spiega di aver riscontrato le stesse identiche problematiche alla stazione di Napoli. “Ero di passaggio verso metà novembre e, sapendo dell’iniziativa, l’ho cercato – ha scritto all’associazione. “Innanzitutto l’ho trovato desolatamente vuoto nonostante fosse ora di punta, con la ragazza che si stava facendo i fatti suoi al cellulare. Ho deciso di entrare per vedere cosa avesse da offrire e oltre a ricevere solamente una misera piantina (secondo me fatta anche male, ho avuto difficoltà io a decifrarla, figuriamoci un turista) anche in questo caso ho trovato una ragazza del posto, napoletana, poco preparata che, una volta saputo che ero molisano, è stata lei a chiedere informazioni a me e a rivelarmi che a dicembre si sarebbe occupata della stessa mansione ma per la Regione Lombardia. Anche in questo caso non credo assolutamente che la colpa sia della ragazza ma mi ritrovo d’accordo con le vostre lamentele e spero possiate portare all’attenzione pubblica questo modo di fare decisamente approssimativo e arrogante della nostra classe politica”.

Da Milano ci viene segnalato che la ragazza nello stand era romana.

Sorge il sospetto che a gestire gli stand sia stata una società esterna e che quindi abbia utilizzato personale non collegato alla Regione. Ma come si fa a promuovere un territorio senza conoscerlo né amarlo?

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