Abruzzo, “sette pilastri” raccontano l’eccellenza di Fantini wines

Fantini Wines, il gruppo vinicolo abruzzese che, fondato e guidato da Valentino Sciotti, in pochissimi anni è diventato leader tra le aziende esportatrici del Sud Italia, grazie a un’attenta politica votata alla più alta ricerca qualitativa e di marketing – basa  il proprio successo su alcuni pilastri fondamentali che costituiscono una sorte di compendio, una perfetta sintesi identitaria via via trasposta nelle realtà in cui viene a operare.

Un “modello operativo” unico che rimane invariato intanto perché di successo, poi in quanto capace di modularsi perfettamente al singolo territorio, valorizzandone la vocazione. Ecco dunque i “sette pilastri by Fantini”.

1 – PROGETTO QUALITÀ – Fantini studia e applica un sistema di business originale basato sull’idea di aggregare a sé tanti piccoli produttori terrieri, proprietari di micro-appezzamenti da uno o due ettari, senza subentrare a loro, lasciandoli così padroni, guardiani e curatori di un territorio che amano e conoscono alla perfezione. Fantini insomma non ha terreni, ma è una specie di “federazione” di eccellenze neglette cui consente il riscatto; i proprietari dei vigneti ne conoscono tutti i segreti e sanno come ottenere le uve migliori, di altissima qualità, perché incentivati in questo da un patto che prevede una remunerazione non legata alla quantità di uve prodotte ma all’estensione del proprio vigneto e alla qualità del raccolto.

2 – IL TEAM DI ENOLOGI – La competenza esperienziale è a monte, sul territorio; quella tecnica è invece a valle, cioè in cantina, ma partendo anche qui dal vigneto. Ad affiancare i piccoli agricoltori coinvolti nel Progetto Qualità by Fantini è una dinamica squadra composta da 21 giovani enologi (cui s’aggiungono esperti come Dennis Verdecchia e Filippo Baccalaro), selezionati nelle migliori università ma legati al territorio di riferimento. Il team segue ogni singolo aspetto del processo produttivo, dal grappolo alla bottiglia. Spiega Valentino Sciotti: «Per troppi anni si è pensato che bastasse avere un consulente famoso per fare il vino buono. Noi puntiamo invece su uve inimitabili, sulla sapienza dei nostri “custodi dei territori” affiancati dal miglior supporto tecnico ed enologico. E lasciamo ad altri i vini tutti uguali, senza anima».

3 – LA SOSTENIBILITÀ SOCIALE – Il Progetto Qualità by Fantini esalta il territorio. Non centralizza la produzione in un unico polo, ma applica un modello diffuso con cantine dislocate nelle varie regioni in cui opera, così da portare lavoro in aree rurali marginali, ma che hanno un potenziale enorme e poco sfruttato dal punto di vista vinicolo. Fantini è presente in zone – specialmente il Sud Italia, ma ora sta applicando le stesse logiche nella Spagna più “periferica” – dove si lavoravano le vigne restando esposti al fluttuare del mercato: spesso le uve venivano smerciate altrove, senza valore aggiunto, dunque dovendo subire quotazioni al ribasso che stavano allontanando i viticoltori dalle loro terre. L’azienda ha innestato una spirale positiva, dando sicurezza economica agli agricoltori, consolidandone il legame con le terre, inducendoli a produrre qualità. Fantini Group è divenuto, insomma, il punto di riferimento per comunità agricole che vivevano il dramma del passaggio generazionale e della desertificazione territoriale, e oggi sono rivitalizzate e integrate in un sistema efficiente, che guarda al futuro.

4 – LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE – La sostenibilità ambientale fa parte fin dall’inizio del dna di Fantini. Oggi l’azienda può vantare la prestigiosa certificazione di sostenibilità Equalitas, la più importante a livello europeo, che valuta secondo rigorosi parametri la filiera vitivinicola. Fiore all’occhiello di queste politiche ambientali sono tre meravigliosi appezzamenti, unici, in aree dalle condizioni pedoclimatiche eccezionali, dove Fantini applica un modello di coltivazione bio. Si trovano in AbruzzoPunta Aderci, nell’omonima Riserva Naturale Regionale, vicino a Vasto, e tutela uno dei tratti più suggestivi e spettacolari del litorale; Ripari di Giobbe, altra Riserva Naturale Regionale, sulla costa ortonese, l’acqua cristallina che accarezza una falesia rocciosa alta fino a 65 metri e ricoperta da macchia mediterranea; e Tenuta Cantalupo, il mare è più lontano, ma giusto una decina di chilometri, Fantini Group vi possiede 10 ettari di vigneto che hanno oltre 35 anni, tutti a spalliera, coltivati bio. L’azienda sta effettuando infine importanti investimenti per dotarsi sempre più di tecnologia green, a iniziare da quella necessaria per mirare all’autosufficienza energetica.

5 – L’ELEGANZA DEL PACKAGING – Da sempre Fantini sceglie di puntare sull’estrema eleganza delle proprie bottiglie, viatico indispensabile per renderle anche attrattive ai non esperti, per conquistare dunque nuovi consumatori e nuovi mercati, dove queste si trasformano in ambiti oggetti-regalo. 
Sciotti: «Il brand Italia richiama eccellenza, lusso, dalla moda al design. Il vino deve proporsi con la stessa logica, e sfruttando al meglio tale vantaggio competitivo. Dunque: vini eccellenti, non necessariamente già blasonati (tanto il blasone è sconosciuto, nei mercati emergenti) e con packaging accattivante, raffinato». I designer che lavorano con l’azienda – selezionati tra i giovani più promettenti del Sud – trasferiscono l’eccellenza dei territori in etichette in grado di rappresentare questi ultimi e di colpire l’immaginazione. Ne deriva un packaging innovativo, con “chicche” tutte da raccontare: come le etichette in alluminio, quelle arricchite da diamantini originali Swarovski, le bottiglie dorate, quelle sinuose e così via.

6 – L’ECCELLENZA NELLA GESTIONE – Per la sesta volta consecutiva, Fantini Group ha conquistato il Best Managed Company Award. È un premio istituito da Deloitte Private per riconoscere e valorizzare quelle società che hanno dimostrato impegno distinguendosi per livello di performance, capacità di perseguire l’eccellenza in tutti gli aspetti della gestione aziendale e di saper cogliere le opportunità derivanti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Fantini ha da poco rinnovato il proprio modello organizzativo, rivedendo tutta la struttura operativa, creando squadre di lavoro miste, interfunzionali, che superano il tradizionale sistema gerarchico. «Mettiamo insieme le competenze, puntiamo a valorizzare pure le seconde o terze linee che in un’azienda di dimensioni come le nostre in genere hanno meno spazio per emergere. Vogliamo invece dare loro possibilità di crescita attraverso l’assunzione di responsabilità. Eliminiamo quelle strozzature che rischiano di impedire il fluire libero della creatività – spiega Carlo Pirettidirettore generale di Fantini.

Fondata ad Ortona nel 1994 da un gruppo di imprenditori del vino guidati dall’attuale ceo Valentino Sciotti e dall’enologo Filippo Baccalaro, Fantini Group riunisce 12 grandi realtà enologiche del Sud e Centro Italia, con un modello di business di successo; produce e distribuisce vini di alta qualità ed esporta in tutto il mondo attraverso una ramificata rete di importatori e distributori (oltre 24 milioni di bottiglie). L’azienda genera la gran parte dei ricavi al di fuori dell’Italia: i suoi principali mercati sono la Germania, la Svizzera, il Canada, l’Olanda, il Belgio e il Giappone. Il suo fatturato è cresciuto dai 79 milioni del 2019, agli 82 milioni nel 2020 e ha raggiunto i 90 milioni del 2021, nonostante le difficoltà del canale Horeca. Il 2022 è stato chiuso a 93 milioni di fatturato. Nel 2020 Fantini Group è stato acquisito da Platinum Equity.

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