Addio a Raffaele Jannucci, fondatore della rivista PleinAir

Raffaele Jannucci con Ida Santilli

Un molisano d’altri tempi, galantuomo e signore. Raffaele Jannucci, nato a Casacalenda, provincia di Campobasso, legatissimo al suo Molise – tanto da non perdere nessun evento dell’associazione Forche Caudine, finché ha potuto – è scomparso a 93 anni.

Laureato in giurisprudenza, un particolare legame con il nonno farmacista di cui ha sempre serbato un grande ricordo, un’intraprendenza eccezionale che lo ha portato giovanissimo a Milano dove per tre anni ha fatto il copywriter in agenzie di pubblicità (“Guadagnavo moltissimo – raccontava), un’esperienza che affinerà la sua propensione alla comunicazione. Non a caso nel 2000 ideò la foto di tutti gli abitanti del suo paese, Casacalenda, in piazza come testimonianza del secolo entrante.

Jannucci è stato soprattutto un imprenditore determinato, con quella tenacia unita a genialità tipiche della provincia italiana.

“Con una sola campagna pubblicitaria mi dettero, allora, sei milioni di lire, più che sufficienti per sposarmi con Luciana – ha raccontato tre anni fa ad Antonio Mazzucchelli di Camper Professional. “Poi qualcuno parlò di me al titolare della prima agenzia italiana di pubbliche relazioni industriali, con sede a Roma”. È la prima svolta. L’agenzia aveva gestito l’ufficio stampa delle Olimpiadi del 1960, per poi diventare agenzia di pubbliche relazioni del Corriere della Sera. Jannucci diventa responsabile e tra i suoi compiti c’è quello di posizionare le testate del gruppo – prima Amica e poi Il Corriere dei piccoli diretto addirittura da Guglielmo Zucconi – verso nuovi e potenziali lettori. Dopo sette anni, è il 1967, si mette in proprio e apre la Publiconsult, società di consulenza per gli editori. Da qui l’esperienza nel settore del caravan come editore di diverse testate e punto di riferimento per l’intero comparto. Jannucci diventa uno dei massimi esperti di turismo e la sua attività ha una dimensione internazionale, incontrando personaggi di fama mondiale, dai vertici istituzionali alle personalità della cultura e dell’impresa.

Tante le esperienze, anche originali, come quando il responsabile marketing della Fiat nel 1976 lo ha chiamato per un supporto nel lancio di un’auto in grado di trainare una roulotte. Il racconto a Mazzucchelli: “Sviluppai il progetto ‘Conosci l’Italia?’, viaggio attraverso l’Italia non conosciuta, su percorsi secondari. Insieme ad altre sei persone percorremmo 10mila chilometri con tre auto e tre roulotte. Vito Bruschini realizzò un documentario straordinario. Dopo due mesi, mi chiamarono in Fiat per un resoconto, erano contentissimi. Ci dissero che molti clienti chiedevano informazioni sul gancio di traino”. Dalla Fiat ebbe un assegno da 25 milioni di lire. Una montagna di soldi.

Raffaele Jannucci

Nel 1985 parte l’esperienza di PleinAir, che diventa la rivista leader del settore e dà vita un club da decine di migliaia di associati. In edicola è arrivato a vendere 55mila copie.

A casa, nel tempo libero, amava leggere (aveva oltre tremila libri) e ascoltare musica classica.

Jannucci era legatissimo al Molise, quando ha potuto ha “infilato” sempre paesi e paesaggi molisani nella sua rivista. Tornando anche a Casacalenda, il suo “nido”. Inoltre ha partecipato per anni agli eventi di “Forche Caudine”, il circolo dei molisani a Roma, per poi passare agli immancabili ed eleganti messaggi per gli eventi degli ultimi anni. È stato importante il suo contributo per le tre edizioni di successo del Molisedays a Roma a Villa Lazzaroni tra il 2001 e il 2003 organizzato proprio dall’associazione.

La redazione di PleinAir, di cui fa parte la giornalista molisana Ida Santilli, ha scritto un messaggio su Facebook: “E’ venuto ieri a mancare Raffaele Jannucci, fondatore della rivista PleinAir a cui il mondo del turismo all’aria aperta deve un grande tributo. Dal 1971, anno in cui diede vita a 2C, sino al 2020 ha accompagnato generazioni di viaggiatori che si sono riconosciuti nei valori cui credeva fermamente: l’amore per la cultura, la ricerca del bello, il rispetto della natura, la lotta alla cementificazione, la rivalutazione dei territori minori attraverso il turismo pleinair”.

Ci uniamo nel trasmettere sentite condoglianze alla moglie Luciana e alle figlie Lucia e Gemma.

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