All’anima della discontinuità

In questi giorni la stampa molisana di destra (qualifica in verità superflua non esistendo una stampa molisana di sinistra), ha lanciato un termine elegante: discontinuità come se all’interno della triade “FI-FdI-Lega” fosse scoppiata una rivoluzione politica e generazionale. Quindi si declinano verbi come: cambiare, rinnovare, ristrutturare, ecc. mai il verbo svecchiare che sarebbe irrispettoso verso certe new entry poco new.

Così, quando sull’orizzonte della discontinuità appare tale Angelo Michele Iorio da Morrone del Sannio & Co., tutto fa pensare che quella che si fa passare sotto il nome di “Era Roberti” non sia un’operazione politica ma cosmetica. (Che pare esteticamente mal riuscita a giudicare da rughe, capigliature più rade e imbiancate e da postumi di eccessi gastronomici. Ma quando arrivano i biscotti che non fanno ingrassare?)

L’Era Roberti – Di questa “Era” si è parlato con un’enfasi talmente sproporzionata da far temere che si tratta di una bolla di sapone. Cioè che l’Era diventi una Chimera. Intanto però tutto è concentrato sullo spoils system. In inglese spoils sta per “bottino” oppure per “spoglie” (parola che però fa un po’ troppo jene). La vittima del sistema bottino è la classe dirigente perdente che i vincenti mandano a casa in nome della santa “discontinuità”. Peccato però che, alla faccia della discontinuità, vincenti e perdenti siano gli stessi.

Rieccoci dunque al solito cambiare tutto per non cambiare nulla. Una volta Leonardo Sciascia disse alla Camera che “l’Italia è il Paese più governabile che esista al mondo per le sue inesauribili capacità di adattamento, assuefazione, pazienza e persino rassegnazioni”.

La manutenzione della tradizione – Nell’abbandonare il partito nel quale ha militato anche con ruoli di primo piano, Maria Concetta Chimisso avrà avuto le sue buone ragioni per sfogarsi in vari modi contro il PD. Molti ci sono rimasti comprensibilmente molto male. Ma perché mai. Trovate un solo politico di destra che sbatte la porta del suo partito sfogandosi contro questo e quello. Dunque W Maria Concetta, vera donna di sinistra (perdente).

Quelli del Friday for Future – Voi seguaci molisani di Greta Thumber avrete festeggiato la sconfitta subita a Strasburgo dalle destre europee che volevano bocciare la “Legge per il ripristino della natura”, pilastro del Green Deal. Il significato di questo nuovo corso potrebbe mutare le contrapposizioni mondiali, nazionali e ovviamente regionali, non tanto tra destra e sinistra, ma tra ambientalismo e anti-ambientalismo.

(Giuseppe Tabasso)

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