Anagni (Frosinone), la città dei Papi

Città a 424 metri sita nella media valle del fiume Sacco, anticamente conosciuta come Anagnia, fu capitale della Confederazione degli Ernici. Caduta nelle mani dei Romani intorno al 306 a. C., divenne prefettura e quindi municipio.

Nel 1160 durante le lotte tra Alessandro III e Federico Barbarossa, il papa vi promosse una riunione di cardinali e prelati per scomunicare l’imperatore, l’antipapa Vittore IV e i loro sostenitori. Nel secolo XII Anagni divenne comune e subì l’intolleranza delle opposte fazioni politiche, finché cadde sotto la signoria dei Caetani. Nel 1303 Bonifacio VIII, in lotta con Filippo IV il Bello, poco prima di pronunciare la scomunica contro il re di Francia, fu imprigionato dai Francesi e dai partigiani guidati da Guglielmo di Nogaret e Giacomo Sciarra Colonna, ma fu successivamente liberato dai cittadiniinsorti.

Leggendario lo schiaffo che Giacomo Sciarra Colonna avrebbe dato al papa e da cui prese nome l’episodio “schiaffo d’Anagni”. 

La cittadina, che fu nel Medioevo residenza del Papa, è ancor oggi ricca di edifici risalenti a quel periodo. Nella parte alta della città domina la cattedrale, risalente al 1074, con l’imponente fiancata e le tre absidi. L’interno, a tre navate, ha un pavimento a mosaico di Maestro Cosma. Il presbiterio conserva opere decorative dei Vassalletto: il ciborio, il cero pasquale in forma di colonna tortile a tarsie marmoree; la cattedra episcopale, con braccioli e schienale a tarsie e protomi leonine.  La cripta, a tre navate e tre absidi, ha un pavimento a mosaico di Cosma e dei figli Luca e Jacopo (1231). Gli affreschi delle pareti costituiscono uno dei cicli pittorici più interessanti del Duecento italiano.

Al Duecento risalgono il palazzo di Bonifacio Anagni, famosa fino ad oggi soprattutto per il ruolo avuto come sede papale nel anagni Medioevo e legata alle vicende di Bonifacio VIII, ha ultimamente assunto una notevole importanza anche nel campo delle ricerche preistoriche grazie al rinvenimento di manufatti litici di oltre 700.000 anni fà e di resti fossili di Homo erectus datati 458.000 anni, i più antichi d’Italia.

Di estrema importanza anche il rinvenimento di materiale etrusco del VII secolo a.C., a testimonianza della penetrazione di questo popolo nella Valle del Sacco e del Liri, probabile itinerario seguito dagli Etruschi per gli scambi culturali con la Magna Grecia. All’epoca di Tarquinio il Superbo (inizi V secolo a.C.) il sito di Anagni era abitato da genti erniche, probabilmente di origine marsa o sabina. I rapporti con la nascente potenza romana conobbero alterne vicende: dalle alleanze del V sec. a. C. alle guerre con Roma del 318 a. C. fino allo scioglimento della Confederazione Ernica imposto dai romani nel 306 a. C.

L’impianto urbanistico-arcaico di Anagni, città sacra e centro politico della Confederazione, era limitato alla zona dell’acropoli e difeso parzialmente da una cinta muraria difeso interamente in epoca romana secondo la tecnica delle mura cosiddette ” serviane” (IV-III sec. a. C.). Al II sec. a. C. risale la costruzione dell’emicidio degli “Arcazzi”, con tre grandi archi a tutto sesto sorretti da pilastri isolati dalla cinta muraria, cui si ricollegano in alrìto mediante una pseudo-volta. Anagni fu residenza estiva dell’imperatore Marco Aurelio, di Comodo, di Lucio Settimo e di Caracalla. Centro della vita politica internazionale del Medioevo, fù a buon diritto chiamata la “La Città dei Papi” non solo per essere stata la patria di quattro grandi pontefici: Innocenzo III, Gregorio IX, Alessandro IV e bonifacio VIII; fu infatti anche residenza ufficiale dei Papi che trovavano in Anagni un sicuro rifugio ed una degna sede del loro mandato.

La Cattedrale, costruita tra il 1071 e il 1105, converva pressoché immutato il suo carattere romanico-lombardo nella facciata, con l’arco a tutto sesto della “porta Matrona” incorniciato da trecce bizantine e la mole imponente delle absidi del lato nord. Nel lato ovest fù inserito in seguito il corpo gotico della cappella Caetani. All’interno l’architettura è scandita da tre navate, con al fondo chiusura absidale e la cripta sottostante il presbiterio. La navata centrale e il transetto furono risttrutturati in stile gotico alla metà del XIII secolo. Il pavimento a mosaico fù eseguito nel 1231 dal celebre Cosma, mentre la sedia episcopale ed il candelabro tortile sono opera di Pietro Vassalletto (1260). Dalle navate laterale si discende nella bellissima cripta, detta di S. Magno, impreziosita da affreschi di maestri Benedettini nel carso del XIII secolo.

Molto importanti non solo per la vastità cilcica, ma soprattutto perché documentano il passaggio dalla tecnica pittorica bizantina a quella romanica. Staccato dall’edificio principale, si erge maestoso il Campanile in pietra scalpellata , con cinque ordini di aperture. Da questa Basilica, il 24 Marzo 1160, Alessandro III scomunicò l’imperatore Federico Barbarossa; e sarà in Anagni che i messi imperiali, dopo la sconfitta di Legnano, sottoscriveranno il ” pactum anagninum” (1176), preliminare del trattato di Venezia. Ma la cattedrale fu anche teatro di eventi specificatamente religiosi, come la canonizzazione di Santa Chiara di Assisi e la composizione della disputa tra i Regolari ed i Secolari sotto il pontificato di Alessandro IV. Il cosiddetto “Palazzo papale”, già della famiglia Conti fu acquistato dai Caetani nel 1295. Il prospetto è costituito da un portico con grandi archi, sormontato da un loggiato con bifore. La leggenda vuole che in quelle sale, affrescate con motivi floreali e faunistici, il papa Bonifacio VIII venisse oltraggiato da Guglielmo di Nogaret e Sciarra Colonna , invitati dal re di Francia Filippo il Bello. Il palazzo ospita un piccolo museo e il Centro di Anagni dell’Istituto di Storia e Arte del Lazio Meridionale.

ANAGNI TERRA DI PAPI – Cosi più volte è stata definita la nostra terra, affermazione suffragata dall’alto numero di pontefici ciociari saliti al soglio di Pietro, e dal ruolo svolto dall’intera regione nelle vicende della Chiesa nel corso dei secoli. Già nel VI secolo sono infatti da annoverare due papi, fatti poi santi, Ormisda, eletto nel 514, e suo figlio Silverio (caso unico nella storia della Chiesa) eletto nel 534. Grazie al soggiorno di alcuni papi soprattutto in Anagni, ma anche in altri centri, quali Ferentino e Montecassino, la Ciociaria fu anche sede di importanti avvenimenti politici e storici. Ma sarà proprio Anagni ad assumere un ruolo guida nella regione, oltre che per avere dato i natali ad alcuni pontefici, anche perché ne divenne spesso sede stabile. Questo legame con le vicende del Papato e di Roma fu confermato anche dalle continue lotte tra la nobiltà locale e la grande nobiltà romana, in continua contrapposizione nell’affermare la propria supremazia e nel far eleggere propri rappresentanti al soglio supremo di Roma.  Attraverso queste poche righe vi proponiamo una breve biografia, ricordando le vicende fondamentali dei vari papi ciociari nella storia della Chiesa:

Innocenzo III Papa, (Anagni 1160-Perugia 1216).
Al secolo Lotario Conti. Nominato cardinale nel 1190, assunse la carica pontificia nel 1198. Ripristinò in Roma e nello Stato Pontificio il potere papale, affermandosi come teorico della teocrazia pontificia, in linea con le idee di Gregorio VII, che voleva il papato al di sopra di qualsiasi autorità politica esistente. Promosse la IV Crociata nel 1202 che, invece di sbarcare sulle coste asiatiche, si volse alla ricca preda dell’impero bizantino e, invece di conquistare Gerusalemme, conquistò Costantinopoli e lì si fermò.Inflessibile verso i movimenti ereticali, lottò in Francia contro i Valdesi, i Catari, gli Albigesi contro i quali bandì una crudele crociata.  Nel 1215 convocò a Roma il IV Concilio Lateranense, che condannò il catarismo. Condusse una politica di arbitrato della Chiesa in Francia con Filippo II Augusto, in Spagna, Portogallo, Polonia, Ungheria, Bulgaria, Svezia e Danimarca. In Germania riconobbe imperatore Ottone di Brunswick, ma in seguito lo scomunicò, dichiarandolo deposto dalla sua carica ed eleggendo al suo posto il pupillo Federico, figlio del defunto imperatore Enrico VI. Scomunicò anche Giovanni Senza Terra, re d’Inghilterra, ma in seguito lo investì del trono inglese come di un feudo papale. In campo religioso iniziò la riforma della Curia romana, curò la formazione dei vescovi e ne rafforzò l’autorità, promosse la riforma dei monasteri, favorì il sorgere di nuovi ordini dediti alla cura dei poveri e dei malati e seguì con favorevole interesse il sorgere dell’ordine domenicano e dell’ordine francescano, promulgò una vasta e importante legislazione canonica, fu anche autore di numerosi Sermones.

Gregorio IX Papa, (Anagni 1170 – Roma 1241).
Al secolo Ugolino Conti. Nipote di Innocenzo III, cardinale nel 1198, vescovo di Ostia nel 1206. Eletto nel 1227, protesse l’ordine francescano, contribuendo alla redazione definitiva della sua Regola e di quella delle clarisse. Canonizzò San Francesco, Sant’Antonio e San Domenico. Per due volte, nel 1227 e nel 1239, scomunicò Federico II, pur avendo concluso con lui nel 1230 la Pace di S. Germano.
Nel 1232 istituì il Tribunale dell’Inquisizione e lo affidò ai domenicani. Tentò senza successo un’unione con la Chiesa orientale. Nel diritto canonico è importante la sua compilazione della raccolta delle decretali pontificie che entrarono a far parte del Corpus iuris canonici.

Alessandro IV Papa (m. Viterbo 1261).
Al secolo Rinaldo Conti di Segni, era parente di Gregorio IX, che lo aveva nominato cardinale nel 1227. Successe a Innocenzo IV nel 1254 e seguì una politica antisveva scontrandosi subito con Manfredi, contro il quale lanciò la scomunica nel 1259. Non meno difficili furono le relazioni con Roma, protettore dei francescani, elevò agli onori degli altari S. Chiara.

Bonifacio VIII Papa (Anagni ca. 1235 – Roma 1303).
Al secolo Benedetto Caetani. Eletto papa nel dicembre 1294, dopo l’abdicazione di Celestino V, Bonifacio VIII fu un intransigente sostenitore del primato spirituale e temporale dei papi alle soglie di un periodo che avrebbe segnato al contrario la decadenza della Chiesa medievale. Alle aspirazioni di rinnovamento religioso oppose dapprima una politica di repressione, con l’imprigionamento di Celestino V e la lotta contro i Colonna, culminata con la presa di Palestrina nel 1298, e quindi di integrazione, con il grandioso giubileo del 1300 (il primo nella storia della Chiesa). In Italia intese sostenere la propria supremazia con diverse intromissioni nei conflitti che agitavano Stati e città della penisola, interventi destinati comunque al fallimento o a effimeri successi. Dove, lo scacco della sua politica apparve evidente e definitivo, fu però sulla scena internazionale, in particolare nella lotta che lo oppose a Filippo IV di Francia. Nel 1303 Guglielmo di Nogaret, inviato di Filippo, procedette addirittura al suo arresto in Anagni e, per quanto una sollevazione popolare ottenesse l’immediata liberazione del papa, che un mese dopo moriva, questo episodio segnò l’effettiva sconfitta delle pretese di Bonifacio VIII e, con esse, delle sue ideologie. Leggendario in questa occasione lo schiaffo che, Giacomo Sciarra Colonna avrebbe dato al papa e da cui prese nome l’episodio “schiaffo d’Anagni”.

Per tutte le altre informazione visitare: http://www.comune.anagni.fr.it/pagina0_home-page.html

(Testi a cura del comune di Anagni)

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