Cronache dal dopo terremoto molisano. Su 550 milioni erogati dallo Stato, solo 248 sarebbero stati investiti per la ricostruzione. Altri avrebbero preso strade diverse. Ad esempio, 170 milioni sarebbero stati utilizzati per il “programma di ripresa produttiva” e per “promuovere il territorio”. Come? Lo spiega bene Giuseppe Caporale, giornalista di Repubblica. Scrive: “Un calderone nel quale sono finiti anche finanziamenti alle attività più stravaganti: dalle selezioni per Miss Italia, passando per il progetto di ricerca sulla patata turchesca (a Pesche), agli impianti sciistici di Capracotta, al monitoraggio delle api, agli esperimenti per il ripopolamento delle seppie, al museo del profumo (di Sant’Elena Sannita), fino alla sponsorizzazione di un reality show estivo di Mediaset”. Una serie di investimenti discutibili, già finiti nelle cronache nazionali grazie a La7 ed ora al vaglio del procuratore capo della Repubblica di Larino, Nicola Magrone, che ha aperto un’inchiesta. <
“Innovativo”, poi, il progetto Silcra, attraverso il quale sono state digitalizzate con il sistema wi-fi, connessione veloce ad internet, le baraccopoli di San Giuliano, Colletorto e Bonefro. Gli abitanti sono ora “cittadini digitali”, come recita lo slogan dell’iniziativa costata, a quanto pare, un milione di euro di fondi pubblici. Baracche tecnologicamente avanzate. Però, a due anni da questo investimento pubblico, Repubblica informa che sono state attivate appena 410 connessioni wi-fi per altrettante famiglie. Seicento sono in lista d’attesa. E da gennaio, la connessione sarà a pagamento.
Terremotati molisani, vittime infinite.
(Erennio Ponzio)
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