Le chiamano “ore del piacere”. In realtà, a ben vedere, si tratta di momenti sottratti al mondo quotidiano per tentare di riempire i propri fallimenti. Recuperando qualche squallida emozione tra sesso-famolo-strano e chimica bianca.
Ci sono, invece, le “ore del dovere”. Quelle per garantire i diritti degli ultimi. Ad esempio, i legittimi momenti di sostegno scolastico, assicurati dalle normative, indispensabili a tanti giovani disabili per far parte del nostro mondo. Della parte migliore del nostro mondo quotidiano: quella dell’apprendimento, dell’istruzione, della condivisione, dell’integrazione.
Le “ore del piacere” vanno di moda. Sono quelle dell’arroganza dei potenti cui tutto è dovuto. Quelle del “privato da rispettare”. Ma oliate dal Dio denaro, rigorosamente pubblico. Cioè dai soldi degli altri.<
E’ un Paese che sprofonda nelle ingiustizie, che affonda nel grottesco, che s’inabissa nell’illegalità quale regola di ogni giorno quello che stiamo consegnando ai nostri figli.
(Alessandro Neumann – ottobre 2009)
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