Filignano (Isernia): XXVI festival Mario Lanza

Filignano è un ridente paesino del Molise alle pendici della Mainarde, pittorica catena montuosa compresa all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise.

Mario Lanza

Qui, dal 1995, l’Associazione Mario Lanza, guidata dal Presidente Michel Rongione, filignanese intraprendente, con mentalità aperta ed avanzata, proveniente dall’ambito del turismo internazionale, organizza un Festival, che ogni estate vede avvicendarsi le voci più autorevoli e celebri della lirica internazionale, come Cecilia Gasdia, Katia Ricciarelli, Nicola Martinucci, ecc.

La manifestazione si è affermata nel corso degli anni presentando personaggi di spicco del bel canto venuti a testimoniare, con i loro tributi canori, come un piccolo figlio del Molise, proveniente dalla minuscola Filignano,  possa diventare famoso in tutto il mondo con la sola potenza e qualità della propria voce.

In occasione delle varie edizioni del Festival, oltre al consueto Concorso di canto viene allestita anche una mostra virtuale in memoria del cantante lirico, prematuramente scomparso nell’ottobre del 1959, che comprende ogni genere di documentazione, fotografie e pubblicazioni, cose di cui si può prendere visione nel Museo di Mario Lanza, inaugurato recentemente.

“Un modo – spiegano gli organizzatori – per conoscere la sua vita, breve ma intensa e piena di soddisfazioni, che in poco tempo ci ha regalato uno dei più grandi artisti della storia della musica a livello internazionale”.

Il giorno dell’apertura del Festival viene allestito, di consueto, uno stand delle Poste per un annullo speciale dell’evento, con una cartolina ad hoc per l’edizione dell’anno in corso.

Questo 2021 è un anno speciale, dal momento che Mario Lanza compie cent’anni.

Il 31 gennaio 2021, presso l’hotel San Giorgio di Campobasso, si è tenuto uno spettacolo per i festeggiamenti del Centenario, con la partecipazione di Leonardo Quadrini al piano, Fabio Andreotti alla voce, Edoardo Siravo e Gabriella Casali recitazione. L’introduzione è stata assegnata, alla poesia-canzone di Lino Rufo, ”All’improvviso la felicità”.

L’evento è stato trasmesso via streaming in diretta mondiale, mentre in sala, nel rispetto  del distanziamento previsto dalle norme anti-covid, sono state presenti le massime autorità.

Mario Lanza, pseudonimo di Alfred Arnold Cocozza, nasce a Filadelfia il 31 gennaio 1921, ma suo padre, Antonio Cocozza, proviene da Filignano e sua madre, Maria Lanza, da Tocco da Casauria, in provincia di Pescara (Abruzzo).

Freddy, così lo chiamano in famiglia, cresce a casa del nonno materno, il quale,  gestisce una drogheria, è appassionato di pittura e possiede una collezione di vinili di Enrico Caruso. Il ragazzino trascorre così la sua infanzia ad ascoltare ossessivamente le romanze del grande tenore, cercando di riprodurle.

Stupisce il fatto che Mario canti ossessivamente le romanze del grande tenore Enrico Caruso, il quale muore nello stesso anno in cui Lanza nasce (1921), ed è come se lo spirito del mitico napoletano si fosse trasfuso nel piccolo filignanese.

Mario, nonostante sia uno dei più grandi tenori della storia, diventa famoso per l’interpretazione di una decina di film, fra cui “Arrivederci Roma”, ma soprattutto per “Il grande Caruso”, del 1951, sulla vita del grande idolo della sua vita, con la regia di Richard Thorpe, in cui canta una quindicina di arie tratte dal repertorio del grande tenore e mette, più che mai in luce, le sue doti canore, il suo grande dono, sottolineato anche dalla celebre frase “Credi di possedere una voce e invece è la voce che ti possiede!

In quest’opera impersona il suo grande maestro occulto, diventando, in qualche modo, la personificazione di colui che lo ispira da sempre e, in termini esoterici, è come se nel momento della sua morte, Caruso abbia passato a Freddy il testimone del proprio immenso talento, garantendosene la continuità.

Il film vince l’Oscar per il miglior sonoro.

Grazie a questo lungometraggio, ritorna in voga, nei gusti popolari, la lirica, che ora, grazie alla voce di Mario Lanza, è in grado di toccare le corde profonde di diversi tipi di pubblico, dal più sofisticato al più popolare.

Eh già, ha un tipo di vocalità poliedrica in cui si perdono i confini tra musica colta e popolare ed è universalmente apprezzata, indipendentemente dal repertorio, da ogni categoria sociale e adatta, altresì, a interpretare sia Verdi che Cole Porter, sia canti popolari che religiosi, come anche la canzone napoletana.

Ecco perché la grande sorpresa di questa XXVI edizione del festival è la presenza di altri generi e di altre forme di spettacolo, non più solo musica lirica, ma anche canzone d’autore, classico napoletano e teatro recitato e cantato.

Quest’anno il Festival, che si protrarrà dall’11 al 17 agosto presso la località “l’Aia”, nella frazione Mennella di Filignano, avrà un programma spettacolare, in tono con l’importanza delle celebrazioni. Vedrà, come già accennato all’inizio, alternarsi sul palco proposte eterogenee, per significare la poliedricità della voce di Lanza, adatta a ogni genere canoro.

Il programma:

l’11 agosto aprirà le danze l’attore Edoardo Siravo in coppia con l’attrice Gabriella Casali, che narrerà la vita del celebre attore/tenore; il 12 agosto ci sarà la performance del quartetto del grande fisarmonicista Renzo Ruggeri; il 13 sarà la volta della compagnia SoleLuna, con una proposta spettacolare di musica etnica partenopea; il 14 Lino Rufo in quintetto, con la partecipazione del grande musicista Piero Ricci, darà prova di una contaminazione tra la musica etnica e il blues d’autore; il 15 sarà il turno della Bohème di Puccini diretta magistralmente dal maestro Leonardo Quadrini, con la regia di Katia Ricciarelli; il 16 agosto, un grande Nando Citarella interpreterà delle serenate e delle romanze care a Mario Lanza, accompagnato da un quintetto di plettri dal sapore totalmente partenopeo; la chiusura, il 17, è dedicata al Gran Galà della lirica, che darà sfoggio a una serata molto particolare, in cui il ricordo di Mario Lanza e di questa manifestazione saranno proiettati verso l’infinito futuro.

Ogni sera l’evento di turno sarà incorniciato e condito da pietanze culinarie preparate all’uopo dal mitico Filindo Russo , a completare l’apoteosi dei sensi mancanti, olfatto e sapore, che uniti alla vista, tatto e, soprattutto udito, smuoveranno le corde del cuore in un trionfo di bellezza.

La location “l’Aia” di Mennella, in tono con tutti gli altri aspetti, tanto per quadrare il cerchio, è un grosso piazzale delimitato da muri in pietra e sorvegliato da una grande quercia, la quale, innalzandosi da un lato, domina l’area in modo maestoso, lasciando immaginare a quanta storia sia passata sotto i suoi rami e quanti suoni abbiano creato melodie che abbraccino bucolicamente la terra intorno, coltivata a sudore e sangue. Migliaia di luci, inoltre, incorniceranno “l’Aia”, a simboleggiare l’armonia delle anime che vorranno venire ad abbeverarsi alla fonte della storia che non va mai abbandonata o dimenticata, pena l’immiserimento dell’essere umano.

E allora, come Mario Lanza, portiamo avanti il vessillo di un sogno che va sempre coltivato e alimentato fino al ricongiungimento con le stelle che ci hanno generato e continuano ad osservarci impassibilmente dal cielo, in una notte come questa, piena di fascino e magia che solo lo spettacolo può evocare. Grazie Mario, perché continui a diffondere bellezza!

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