Formaggi molisani, altro mito che crolla

La “bomba” l’ha lanciata “Report”, il programma di Raitre. Ed il Molise, tanto per cambiare, ne esce con le ossa rotte proprio in quel settore dove sta cercando di farsi strada: il caseario.

In sostanza tanti prodotti spacciati per autenticamente molisani in realtà non lo sono. Specie quelli che vengono venduti fuori dal Molise, ad esempio a Roma. Ad ammetterlo c’è anche il produttore della provincia di Campobasso intervistato dalla trasmissione di Raitre: è vero, il latte è tedesco della Sassonia, Però, si giustifica, il fior di latte (con latte tedesco) lo facciamo secondo la tradizione molisana. E che significa? Se il latte è tedesco, molisano non è, verrebbe da rispondergli.

Si tratta dell’ennesima gettata di fango che fa male soprattutto a quei piccoli produttori che, nonostante tutto, cercano di salvaguardare la qualità nelle produzioni. Quelli che producono poco e in genere vendono sul posto. Poco, ma di qualità. Il problema vero è che c’è in giro tantissimo prodotto spacciato come “100% molisano” e in realtà di italiano ha poco o niente. Il latte arriva dalla Germania e dall’Est Europa. La qualità? Tanti dubbi.

Nell’inchiesta di “Report” è finito, insomma, proprio il Molise. E non per caso. A Vipiteno, in Trentino-Alto Adige, la Guardia di Finanza ha intercettato carichi di latte provenienti dal Nord Europa e destinati ad aziende molisane. Caciocavalli, mozzarelle, caciotte con presunzione molisana sono, in realtà, quasi esclusivamente tedeschi o bulgari anziché sanniti.

Il servizio di “Report”, firmato da Rosamaria Aquino, è particolarmente efficace. Dimostra senza equivoci come fiumi di latte straniero giungano in Molise attraverso grandi camion cisterna e vengano spacciati per “latte 100% molisano”. Sulle confezioni, come ha raccontato la trasmissione, viene scritto “usiamo solo latte 100% molisano”, mentre in realtà non si sa bene da dove venga.

La giornalista di Raitre, ad una fiera a Bergamo, ha incontrato anche un espositore molisano. Anche lui usa latte tedesco e si difende dicendo: “Ma la mia mozzarella non è dop…”. Dal momento che il Molise non ha Dop – salvo il Silano che però, lo dice il nome stesso, ha origini calabresi, i dubbi aumentano e di molto. Insomma, un conto è comprare la mozzarella dal caseificio di fiducia – ma davvero di fiducia – nel paesino in provincia di Isernia o di Campobasso, un altro è acquistarlo in un supermercato lontano dal Molise.

Va detto che sulla provenienza “strana” del latte in Molise si “vociferava” da tempo. La stessa Coldiretti s’è occupata più volte degli “strani” flussi delle importazioni dei prodotti lattiero-caseari.

Insomma, nell’ambiente c’è chi queste cose le sa da anni. Alcuni produttori molisani spesso raccontano che se dovessero usare latte locale il prezzo di un caciocavallo andrebbe alle stelle. Il latte tedesco o bulgaro costa molto meno perché, ovviamente, la qualità è di molto inferiore. E se il latte non è molisano, del Molise nel caciocavallo non resta nulla.

Colpisce pertanto parecchio il fatto che una volta in cui si parla delle “alterazioni” – ma siamo nei limiti della legalità perché l’indicazione in etichetta è facoltativa per quanto mistificatrice – in una trasmissione nazionale, la regione che sbuchi fuori sia proprio il Molise.

C‘è di più: il servizio dimostra che alcune storture del settore lattiero-caseario molisano, svelate dalla trasmissione di Raitre, la Regione Molise le avrebbe potute evitare se, con un bando, avesse concesso contributi solo ai caseifici onesti. E ti pareva che anche la politica non ci finiva dentro?

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