Il molisano Tony Dallara (87 anni) canta da Mara Venier dopo il coma

In previsione e in un’ormai irrefrenabile ed estesa fase di lancio del prossimo festival di Sanremo ad inizio febbraio, Mara Venier nelle ultime settimane a Domenica in sta ospitando tante “vecchie glorie” che hanno onorato – chi più e chi meno – il festival della canzone italiana, Se fosse ancora viva Nilla Pizzi, sicuramente non mancherebbe all’appello.

Tra un’esibizione di Bobby Solo e una di Nicola Di Bari, tra l’immancabile Al Bano vicino all’intramontabile Maurizio Vandelli,, tra le riemergenti Tiziana Rivale, Marina Occhiena e Silvia Mezzanotte, ecco anche il molisano Tony Dallara, campobassano cresciuto in Lombardia che volle ricordare le sue origini in occasione del terremoto molisano del 2002.

Mara Venier ha interrotto l’esibizione dell’artista molisano, scoppiando in un pianto in quanto ha ricordato che Dallara (cognome reale è Lardera) è stato in coma due mesi. Infatti il celebre cantante “urlatore” ha avuto importanti problemi di salute, in particolare legati alla mobilità. Inoltre lo stesso Dallara ha affrontato qualche anno fa un intervento chirurgico, rivelando di aver dovuto rimuovere un neo.

il “maestro” Antonio Lardera, ultimo di cinque figli, è nato in una famiglia molisana di musicisti: il padre Battista era corista alla Scala di Milano. Lui ha cominciato a cantare in numerose band, tra cui i “Rocky Mountains” (poi diventeranno “I Campioni”). Il suo modo di cantare si ispira ai celebri Platters.

Nel 1957 è stato assunto come fattorino presso l’etichetta discografica “Music” e in questo periodo cambia nome, incidendo il primo 45 giri di straordinario successo, “Come prima”: la canzone era stata presentata al Festival di Sanremo nel 1955, senza però passare la selezione per cui sarà pubblicata solo nel 1957, raggiungendo il primo posto delle classifiche e vendendo oltre 300mila copie.

Seguiranno altri successi: “Ti dirò”, “Brivido blu”, “Ghiaccio bollente”, “Julia”.

Nel 1959 ha interpretato anche due film: “Agosto, donne mie non vi conosco” di Guido Malatesta (con Memmo Carotenuto e Raffaele Pisu), e “I ragazzi del juke-box” di Lucio Fulci (con Betty Curtis, Fred Buscaglione, Gianni Meccia e Adriano Celentano).

Nel 1960 ha partecipato al Festival di Sanremo in coppia con Renato Rascel, vincendo con la canzone “Romantica”. Nello stesso anno ha interpretato altri due film, “Sanremo, la grande sfida” di Piero Vivarelli (con Teddy Reno, Domenico Modugno, Sergio Bruni, Joe Sentieri, Gino Santercole, Adriano Celentano, Renato Rascel e Odoardo Spadaro), e “I Teddy Boys della Canzone” di Domenico Paolella (con Delia Scala, Tiberio Murgia, Ave Ninchi, Teddy Reno e Mario Carotenuto).

Nel 1961 ha vinto Canzonissima con “Bambina, bambina” e a Sanremo in coppia con Gino Paoli ha presentato “Un uomo vivo”. Nel 1964 ha presentato a Sanremo in coppia con Ben E. King il brano “Come potrei dimenticarti”.

Artista intelligente e poliedrico, è stato anche un apprezzato pittore, conquistando la stima e l’amicizia di Renato Guttuso.

E’ sposato con Patrizia dagli inizi degli anni Settanta. Ha due figlie: Lisa, che lavora presso Dolce & Gabbana e Natasha, giornalista esperta di teatro che risiede a New York.

Una curiosità: nel suo brano Asilo republic, Vasco Rossi cita i versi del grande successo di Dallara: “Come prima, più di prima t’amerò”

(foto: Tony Dallara a Domenica in il 21 gennaio 2024)

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