Il portale dell’Unsic rende omaggio ad Agnone (Isernia)

“Agnone scioglie le campane e accende le torce per le feste”. Questo il titolo dell’articolo che Vanessa Pompili ha dedicato alla cittadina dell’Alto Molise in occasione delle ‘Ndocciate sul portale del sindacato datoriale Unsic, che fa parte del Cnel.

“Candidata tra le 26 città in lizza per diventare la “Capitale italiana della cultura 2026”, Agnone, si adagia tra la valle del Sangro e quella del Trigno, al confine con l’Abruzzo, nel limite settentrionale della provincia di Isernia” esordisce il pezzo.

“Il piccolo borgo è conosciuto in tutta Italia e in Europa per la presenza Pontificia Fonderia di Campane Marinelli che dall’anno 1000 tramanda di padre in figlio la tradizione artigianale della fusione del bronzo, così come le antiche officine del rame e del ferro, oggi diventate siti di interesse turistico. 

È proprio in questo periodo dell’anno che Agnone propone uno degli spettacoli più suggestivi e ritualistici che esprimono e consolidano il legame tra tradizione e territorio. In occasione dell’Immacolata Concezione e della vigilia di Natale, ad Agnone si svolge la Ndocciata, la più grande manifestazione legata al fuoco che vede sfilare per le vie del paese migliaia di enormi fiaccole costruite artigianalmente.

Le ‘ndocce sono grosse torce realizzate con legno di abete bianco e fasci di ginestre secche tenute insieme dallo spago. Sono alte due o tre metri, talvolta sono riunite da paletti trasversali per formare dei gruppi che possono arrivare fino a venti fiaccole. In passato si osservava l’ardere della ‘ndoccia per trarre auspici e si gareggiava nel realizzare la torcia più bella e compatta al fine di farla durare di più. 

Anche quest’anno come da tradizione, le sere dell’8 e 24 dicembre ad Agnone, al battere del campanone di Sant’Antonio, i gruppi delle cinque contrade costituiti da centinaia di portatori di tutte le età, vestiti con i costumi tradizionali, accendono le ndocce (torce) per incamminarsi lungo il corso principale del paese, che diviene così un gigantesco ed emozionante fiume di fuoco. Una volta giunti in piazza viene acceso un gran falò, detto Falò della Fratellanza, attorno al quale si riuniscono tutte le contrade e la popolazione per dare l’addio a quanto di negativo c’è stato durante l’anno che sta per finire e che, come in un rito purificatorio, sarà simbolicamente bruciato nel fuoco.

Al termine della sfilata non può di certo mancare una rappresentazione della Natività, mentre i presepi artistici popolano gli androni delle case”.

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