Il settore dell’home restaurant cresce anche in Molise

L’home restaurant è una delle più recenti tendenze in fatto di ristorazione. Si tratta di un’attività che, pur appartenendo alla sfera della ristorazione, si svolge in un appartamento privato. Si tratta quindi di un contesto molto più familiare rispetto a quello del classico ristorante, apprezzato anche perché costituisce un’alternativa rispetto al classico ristorante.

L’idea è nata negli Stati Uniti sul modello cubano e da qualche anno è esplosa anche in Italia, Molise e provincia di Benevento compresi.

Sempre più persone stanno aprendo un’attività del genere nella propria casa, per quanto problemi di natura burocratica non mancano.

Esistono diverse iniziative associative che fungono da “vetrina” di esperienze di tutta Italia, proprio per divulgare il modello e assicurare forza al settore.

Innanzitutto esistono siti web che offrono interessanti consigli per chi volesse cominciare. E’ il caso di Tasse-Fisco.com, dove leggiamo che “esistono 2 formule diverse per l’home restaurant. La prima è quella di un evento del genere social eating, quindi una cena che viene organizzata non solo per gustare tutte le specialità locali ma anche e soprattutto per conoscere tante persone nuove, con i padroni di casa come anfitrioni della serata. La seconda tipologia è invece quella del tourist eating ossia cene che vengono organizzate per consentire ai turisti di assaporare il vero gusto locale, facendosi ospitare per cena a casa di persone comuni che si dilettano con la cucina. Anche per quanto riguarda le formule di pagamento esistono diverse possibilità. C’è, infatti, chi prevede una quota per ogni cena, a copertura delle spese della cena, variando quindi di volta in volta. Ma c’è pure chi organizza una sorta di associazione e prevede un’iscrizione annuale o mensile per partecipare ad ogni evento. Chi desidera aprire il proprio home restaurant deve solo individuare la formula migliore per le proprie esigenze e per lo spazio che ha a disposizione in casa”.

Se a Roma un nome noto è quello delle Cesarine e a livello nazionale, dal 2015, opera Italia Home Restaurant, un marchio che si sta facendo molto conoscere è Home Restaurant Hotel, piattaforma che vanta oltre mille ristoranti casalinghi in oltre 300 località e che include alcune ristoranti anche nel Sannio, tra le province di Isernia e Benevento.

In uno tra i borghi più caratteristici del Molise, a Castelpetroso, c’è l’home restaurant Il Rustico del Narciso. L’Home restaurant, nasce dal desiderio di condividere la passione per la cucina. Il Rustico del Narciso,si trova nelle vicinanze della Basilica Minore dell’Addolorata. I piatti richiamano la tradizione molisana e quella partenopea. Un viaggio andata e ritorno tra due tipicità territoriali. La struttura garantisce un’esperienza entusiasmante in totale tranquillità e riservatezza. Massimo 8 posti. 

Si chiama The Forest House il ristorante casalingo gestito da Carmelina, 53 anni, da sempre appassionata di cucina. L’amore per la sua terra l’ha spinta ad intraprendere questo percorso. La sua casa è ubicata all’interno di una zona SIC (sito di interesse comunitario), circondata da boschi di querce e carpino bianco, isolata, sul promontorio di una delle colline che circondano Isernia, ma allo stesso tempo vicina ad essa, infatti occorrono solo cinque minuti di auto per raggiungere il capoluogo. Propone piatti solo ed esclusivamente tipici molisani: formaggi dell’alto Molise, salumi della Pentria, pasta fatta in casa preparata con farine prodotte in loco e uova prodotte in fattoria ripiene di erbe selvatiche che la collina offre, verdure locali e carni allevate in fattoria. Già proprietaria di un b&b quindi molto disposta ad accogliere ospiti in casa per  farli sentire come nella loro famiglia.

Il menù comprende, tra gli antipasto a scelta:

  • Tagliere di salumi e formaggi;
  • Bruschette con aglio orsino, crema di tartufo e lardo;
  • Crostone con salsiccia e caciocavallo;
  • Pallotte cacio e uova al sugo

Per i primi:

  • Sagne e fagioli (piatto tipico isernino)
  • Ravioli ripieni con asparagi selvatici o con tarassaco
  • Gnocchi di patate dell’alto Molise con ragù di carne
  • Tagliatelle all’uovo di oca (solo nel periodo di cova) alla boscaiola o al ragù biondo;
  • Mezze maniche con salsiccia  e fagioli.

Tra i secondi:

  • Coniglio pentro o alla montanara
  • Pollo al forno con patate
  • Spezzatino pineta e bosco;
  • Frittata  con peperoni (uova prodotte in fattoria)

I contorni:

  • Verdure di campo ripassate in olio evo prodotto in fattoria;
  • Patate fritte o al forno;
  • Insalata verde o pomodori alla panzanella

Inoltre dolcetti della casa. Digestivi prodotti in fattoria: corniolo, trigno, ginepro, basiliconcello. Caffè. Il costo di €40,00 comprende: un antipasto, un primo, un secondo con contorno, pane, un calice di vino della casa, acqua, dolce, amaro e caffè. Eventuali bibite quali vini imbottigliati o bevande gassate saranno conteggiate a parte. Prenotazioni: contattare il 3385406585 con almeno due giorni di anticipo.

Passiamo a Vinchiaturo (Campobasso) dove c’è Lina. La sua cucina è fatta di cose semplici e di ricette napoletane, con ingredienti di ottima qualità. Ospita nella sua casa, dove ci si può rilassare e stare a contatto con la natura. Può ospitare fino a 8 /10   persone.

Il menù, a 25 euro, è composto da:

  • Antipasto
  • 2 primi
  • Secondo
  • Contorni vari
  • Dolce

Alcuni piatti a scelta sono:

Bruschette
Formaggi misti
Salumi misti
Fiori di zucca ripieni (se di stagione)
Melenzane arrostite, imbottite, parmigiana, a funghetto
Zucchine arrostite o alla scapece
Peperoni arrostiti o imbottiti
Ragù napoletano
Gnocchetti sardi con salsicce e melanzane e provola
Ziti alla genovese
Tortiglioni con pomodorini e peperoncini verdi (se di stagione)
Ziti a lardiata
Polpette
Braciole
Carne al ragù
Bollito di carne
Torta di mele
Torta alla nutella

Tutte le scelte del menu possono essere preparate anche senza glutine. Si prega di prenotare 2/3 giorni prima per approvvigionamento delle materie prime e si prega inoltre di comunicare le eventuali intolleranze.

Informazioni: +393312283980.

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Parla Gaetano Campolo, ceo di Home Restaurant Hotel: “Serve una legge”

Mentre il settore dei ristoranti casalinghi supera le 20mila aperture in Italia, nessuno sembra voler mettere mano al caos legislativo. Secondo le leggi esistenti sarebbero soltanto un migliaio le attività in
regola. E’ la denuncia di Gaetano Campolo, ceo di Home Restaurant Hotel.

“L’Italia sta letteralmente bloccando lo sviluppo del settore Home Restaurant non solo a livello nazionale ma anche a livello Internazionale in cui la Home Restaurant Hotel avrebbe tranquillamente potuto competere con gli americani di Airbnb, ed invece la politica, che conosce poco il settore, preferisce interloquire con le associazioni di categoria classiche, anziché chi è specializzato in materia – spiega Campolo.

“A livello regionale nello specifico, negli anni, tanti sono stati i colpi subiti dal settore – continua Campolo. “Ricordiamo che le Regioni non sono competenti, anche quelle autonome, in quanto il settore Home Restaurant fa parte del Mercato Concorrenza e quindi in capo allo Stato”.

“La prima Regione autonoma che ha trattato una legge regionale è stata la Regione Sicilia nel 2019 quando Angela Foti ha presentato una legge regionale all’Ars successivamente declinata dopo nostra audizione in
quanto le Regioni non competenti – continua Campolo. “La seconda è stata la Sardegna nel 2020 ed anche in questo tutto declinato grazie soprattutto all’ampliamento rassegna stampa dedicataci e che ha smontato la possibilità di una legge regionale – continua il ceo di Home Restaurant Hotel. “La terza è stata il Friuli Venezia Giulia, che ha abrogato un dd regionale”.

Secondo Campolo la politica farebbe di tutto per limitare il settore schiacciando. Questo perché le associazioni di categoria hanno ovviamente l’interesse a salvaguardare i propri soci, che sono i ristoratori tradizionali, limitando il fai-da-te. Inoltre hanno peso crescente le multinazionali ormai presenti nella ristorazione anche in Italia.
“L’Home Restaurant è un settore che si inquadra nella Sharing Economy (Economia della Condivisione) ed è già trattato dall’Unione europea con due Agende nel 2014 e nel 2016 nelle quali si invitano gli Stati Membri ad incentivare ed agevolare questa nuova frontiera economica per lotta alla disoccupazione e valorizzazione del territorio – conclude Campolo.

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