Seconda settimana di programmazione della rassegna dei concerti estivi al Museo del Saxofono di Fiumicino. Venerdì 3 luglio è in programma INFINITI DIALETTI, una piece teatrale-musicale di Massimiliano Graziuso sull’uso del lessico dialettale compenetrato dalla musica, mentre sabato 4 luglio è di scena il concerto del MONICA GILARDI 4et, ispirato ai classici americani della Swing Era. I live inizieranno alle ore 21:30 e saranno anticipati, per chi lo desiderasse, da un buffet d’intrattenimento.
FAI BEI SUONI, questo il titolo della rassegna, è stata concepita con l’obiettivo di rasserenare gli animi e recuperare dal vivo, con l’ascolto e l’intrattenimento, la magia della musica e delle arti. “Dopo il lockdown – afferma Attilio Berni, collezionista di sax, fondatore e direttore del Museo – ci sentiamo svuotati ed impotenti, smarriti e confusi, sopraffatti da ansia, sconcerto e paura per l’incertezza del nostro futuro. La musica, con la sua bellezza, ci ha aiutati a mantenere vivo il filo dei contatti con gli altri e con le nostre emozioni. Entrambe, bellezza e musica, condividono lo stesso segreto, facendo vibrare attraverso i propri linguaggi, il corpo e la mente. Tutto in natura è vibrante, come uno strumento musicale o le corde vocali, e produrre vibrazioni significa allentare tensioni, rilassare ed energizzare il nostro corpo stesso, la perfetta cassa di risonanza nella quale si generano armonie e dissonanze, intrecciando note, emozioni, memoria ed identità. “Fai Bei Suoni” intende quindi celebrare il riavvio alla normalità di noi stessi con la potenza della musica, perché una vita senza musica è solo una vita sbiadita…”
INFINITI DIALETTI… Le voci di chi eravamo
Un suonatore gira l’Italia per ascoltare e ripetere, fra divagazioni, citazioni, ricordi e piccoli aneddoti arriva a chiedersi “ma il dialetto cos’è?” Il finale sembra scritto: La risposta non c’è. Musiche originali e racconti in uno spettacolo emozionante. Cosa succede nel terzo millennio quando il dialetto sembra ormai aver abbandonato ogni campo d’azione e ogni sua ragione d’uso in tutti gli ambiti della vita associata? Aveva ragione Leonardo Sciascia quando decretava la morte definitiva del dialetto, sostenendo che ogni tentativo di riportarlo in vita sarebbe stata un’operazione di necrofilia? Italiano e dialetti si compenetrano e si travasano l’un l’altro così come le musiche originali di Marco Turriziani si fondono ed amalgamano con i racconti di Massimilano Graziuso e rendono lo spettacolo emozionante e divertente.
MASSIMILIANO GRAZIUSO
Musicista, attore, regista, diplomato in clarinetto e con laurea Specialistica in Storia contemporanea. E’ stato componente dell’Orchestra del Theater des Westens e al Volksbuhne am Rosa Luxemburg di Berlino e clarinetto basso nell’Orchestra Sinfonica della Rai di Roma e dell’Accademia di Santa Cecilia.
Nel 2000, per il decennale della scomparsa di Luigi Nono, all’Università Ca’ Foscari di Venezia, esegue A Pierre. Dell’azzurro silenzio, inquietum.
Nel 2006 e 2007 partecipa con interventi di satira politica alla trasmissione Tetris condotta da Luca Telese. Nel 2007 viene invitato da Ascanio Celestini al Festival Bella Ciao con il monologo Equivoci e la Memoria. Nel 2010 è ospite al Festival Teatri di Gioia diretto da Dacia Maraini. E’ stato vincitore del Premio Ugo Betti 2006 come miglior monologo di satira sociale, del Festival del Teatro Visibile 2009 come miglior spettacolo. Al suo attivo 7 spettacoli: Non mi occupo del ferragosto, A che punto è l’alba, Equivoci, Grandissimo tesoro mio, L’Involucro, Il paese è reale! e Infiniti dialetti
MARCO TURRIZIANI
Diplomato in contrabbasso si è perfezionato con Donato Renzetti, Dario Lucantoni, Will Humburg, Massimo De Bernard. Ha partecipato a numerose trasmissioni televisive come Le Iene e Telenauta su ITALIA1. Ha pubblicato due album di canzoni: Bastava che ci capissimo io e i miei (2006) per l’etichetta Interbeat e Straniero uscito nel 2012 per l’Egea. Ha composto le musiche per i cortometraggi “Vulkanmann” di Henning Christiansen (Amburgo) 2015, “Berlin Ring” di Paulina Nurkowska (Berlino) 2015, “Northern Star” di Norah Dineen (Berlino-Dublino) 2018. È di prossima uscita un lavoro discografico con il poeta francese Michel Houellebecq.
MONICA GILARDI 4et
L’usignolo capitolino Monica Gilardi canta i grandi classici americani della Swing Era. Nel suo repertorio, oltre agli standard incisi dai più importanti interpreti di quell’epoca come Ella Fitzgerald, Frank Sinatra, Billie Holiday e Louis Armstrong, non mancheranno le canzoni dei celebri compositori di Broadway George Gershwin e Cole Porter. Un susseguirsi di eccitanti brani swing con cui coinvolgere tutto il pubblico, esperti e neofiti, catapultandolo nella New York della fine degli anni ’30.
MONICA GILARDI
Figlia dell’affermato chitarrista classico Girolamo Gilardi, si avvicina alla musica sin dall’infanzia per poi intraprendere gli studi di canto, di tecnica vocale, repertorio e linguaggio del jazz tradizionale. Voce solista della Swing Valley Band si è esibita sui palcoscenici nazionali e internazionali di numerose manifestazioni dedicate al jazz tradizionale e allo swing: Summertime Festival alla Casa del Jazz, Swing’n’Milan, Capodanno ai Fori Imperiali del Comune di Roma, Umbria Jazz in Chengdu (Cina), Umbria Jazz Winter Orvieto, ecc… All’attivo anche la realizzazione del CD “Real swing music for Real Swing dancers” nel 2014, e numerose partecipazioni a trasmissioni Rai come “Quelli dello Swing” di Renzo Arbore su Rai2. Molteplici e variegate le formazioni a proprio nome con le quali si esibisce nei club capitolini e in eventi privati, proponendo una ricercata selezione di brani jazz, swing e non solo, appartenenti al periodo dagli anni ’20 agli anni ‘50.