La Ferragni travolta da un pandoro

Chiara Ferragni, la fashion influencer internazionale che nel 2017 è stata ai vertici della settoriale classifica stilata dalla rivista Forbes, è dunque nell’occhio del ciclone. Ha ricevuto dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato una multa di oltre un milione di euro per “pratica commerciale scorretta” sui pandori Balocco modello “Pink Christmas”, griffati Ferragni.

Nel dettaglio le due società riconducibili alla Ferragni, cioè la Fenice Srl e la TBS Crew Srl, hanno ricevuto rispettivamente sanzioni di 400 mila e 675 mila euro per “pratica commerciale scorretta”. La Balocco Spa, l’altra società coinvolta nella vicenda, una multa di 420 mila euro.

Secondo il comunicato dell’Antitrust, è stato pubblicizzato il “Pandoro Pink Christmas”, griffato Chiara Ferragni, lasciando intendere ai consumatori che, comprandolo al prezzo di oltre 9 euro, anziché di circa 3,70 euro del “pandoro non griffato” (cioè quello ordinario, classico), avrebbero contribuito ad una donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino per acquistare un nuovo macchinario per le cure terapeutiche dei bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing. Le società Fenice e TBS Crew hanno incassato oltre un milione di euro a titolo di corrispettivo per la licenza dei marchi della signora Ferragni e per la realizzazione dei contenuti pubblicitari senza versare alcunché all’ospedale Regina Margherita di Torino. La Balocco avrebbe invece versato 50mila euro (“in cifra fissa”), ma a maggio 2022, quindi molti mesi prima del lancio dell’iniziativa, avvenuto a novembre 2022, al di là del volume delle vendite.

L’Autorità stigmatizza pure il fatto che la Ferragni ha pubblicato post stories sui suoi canali social “in cui si lasciava intendere che comprando il ‘Pandoro Pink Christmas’ si poteva contribuire alla donazione e che la signora Ferragni partecipava direttamente alla donazione, circostanze risultate non rispondenti al vero, nonostante le sue società avessero incassato oltre un milione di euro”.

C’è di più. L’Autorità ha ritenuto inoltre che anche il prezzo del pandoro “griffato”, che è stato proposto in vendita al pubblico a un prezzo di due volte e mezzo rispetto a quello del pandoro classico Balocco, abbia contribuito a indurre in errore i consumatori rafforzando la loro percezione di poter contribuire alla donazione acquistando il “Pandoro Pink Christmas”.

Giustamente, al di là di come finirà la vicenda, l’Antitrust richiama il “far leva sulla sensibilità della gente verso iniziative benefiche, in particolare quelle in aiuto di bambini affetti da gravi malattie”.

Di fronte a tale quadro ogni commento sulla influencer appare superfluo. Si ripropone, in generale, il tema di una beneficenza sempre più collegata a pratiche consumistiche e ad operazioni di marketing davvero discutibili. Un tempo la scelta del dono era giustamente libera e individuale, legata alla interiorità e alla sensibilità di ognuno, anche religiosa. Il più delle volte si trattava di pratiche “silenziose” e non urlate ai quattro venti per lo più per ragioni di consenso. Oggi la continua diffusione di immagini strazianti di bambini ammalati o denutriti, suggerita dal marketing, alimenta una sorta di “esame di coscienza” – se non una vero e proprio “senso di colpa” – nello spettatore, con la finalità di ottenere l’obolo, a volta persino il lascito testamentario.

Un anno fa Selvaggia Lucarelli, sul quotidiano Domani, espresse dubbi proprio sull’iniziativa dei pandori Balocco a tema Ferragni, campagna da lei definita “una triste operazione commerciale mescolata con la beneficenza”.

Ora la Ferragni, sommersa dalle critiche, starebbe pagando un prezzo anche in termini di reputazione sui social, registrando un calo nel numero di follower, oltre 10mila in 48 ore, come riportato da FollowerStat, benché l’influencer ne abbia quasi 30 milioni. Ben più problematico potrebbero essere le ripercussioni lavorative, in particolare nell’atteggiamento delle aziende verso Chiara Ferragni (che è, ad esempio, membro del consiglio di amministrazione del Gruppo Tod’s) coinvolta in questa sorta di pandorogate. Basteranno le scuse odierne da parte dell’imprenditrice cremonese e la promessa di versare un milione di euro all’ospedale?

Finora le critiche hanno sempre fatto parte del mondo “Ferragnez”, spesso portando acqua al mulino della coppia. Come nel caso delle polemiche circa la presunta strumentalizzazione a scopo commerciale dei figli. In fondo il quadro familiare, sul modello dei reali inglesi, funziona sempre anche in termini commerciali. Tuttavia, a fronte dei tanti che si esaltano per le vicende di una coppia specializzata soprattutto in marketing, ce ne sono per fortuna tanti altri che preferiscono interessarsi ad altro nella vita.

(Domenico Mamone)

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