Lezione di umanità dal Molise

Confrontandomi a fine giugno con l’Amministrazione comunale di Reggio Calabria, quale Commissario provinciale Anpi, ho avuto l’opportunità di conoscere e condividere il programma sul G 20 dei Paesi più Poveri del Mondo teso a coinvolgere le rappresentanze di MALAWI, ETIOPIA, GUINEA CONAKRY, LIBERIA, YEMEN, GUINEA BISSAU, RD CONGO, MOZAMBICO, SIERRA LEONE, BURKINA FASO, ERITREA, MALI, BURUNDI, SUDAN, CIAD, SUD SUDAN, REPUBBLICA CENTRAFRICANA, NIGER, LIBANO E AFGHANISTAN, per stilare un Manifesto sui diritti umani denominato “ci siamo pure noi su questo Pianeta e abbiamo diritto ad una vita degna”.

Il Programma si suddivide in cinque sessioni, è partito con gli eventi inaugurali a Reggio Calabria (22-25 luglio) e proseguirà a Roma ( 9-11 settembre ), Abruzzo-Molise (17-20 settembre), Milano ( 26-30 settembre) e si chiuderà a Santa Maria di Leuca (3-4- ottobre). L’obiettivo è quello di richiamare l’attenzione sugli effetti che i mutamenti climatici stanno determinando in particolare nell’Africa sub-sahariana, sulla questione sanitaria e pandemia in luoghi in cui la vita media non supera i 50 anni, sulla fame e l’impoverimento progressivo di queste aree, sul fenomeno dell’immigrazione e dell’intercultura e infine sul ruolo politico irrilevante di 20 Stati che hanno un Prodotto Interno Lordo annuo inferiore al patrimonio delle tre persone più ricche del pianeta.

Nell’anno in cui l’Italia ha ospitato più eventi del G 20 con le superpotenze che il 29 giugno hanno sottoscritto la “Carta di Matera” con alcuni timidi impegni di carattere umanitario a partire dal diritto universale al vaccino, è emblematicamente significativo che nel nostro stesso Paese sia stata ideata e predisposta un’iniziativa che mira ad evidenziare un principio di fraternità, uguaglianza, pace e parità di diritti, speranze, dignità e aspettativa di vita di ogni essere umano.

Sorprende in positivo il ruolo avuto in questa progettualità dal Mezzogiorno come a confermare che nessun problema contingente può oscurare la millenaria civiltà di accoglienza, integrazione e solidarietà. E’ stato straordinario seguire gli eventi inaugurali a Reggio Calabria il 22 luglio insieme a Zaika Seddiki la vedova dell’Ambasciatore Luca Attanasio, i familiari di Mustafà Milambo e Domenica Benedetto la ragazza che quest’anno avrebbe sposato il Carabiniere Vittorio Iacovacci.

Ascoltare i loro interventi di amore per il Congo, per l’Africa e per le aree meno fortunate del pianeta, e vederli scoprire la targa in memoria dei propri congiunti di un ponte che simbolicamente si proietta verso il Mediterraneo è stata un’esperienza unica. Non ho nascosto nel dialogo intrattenuto informalmente con loro e con le massime Istituzioni dello Stato intervenute, un sentito apprezzamento per un evento che si pone in controtendenza rispetto alle pratiche del nostro tempo tutte improntate ad inseguire sempre un Nord più a Nord, e pur con discrezione mi sono soffermato sul valore della partecipazione di grandi citta come Reggio Calabria, Roma, Milano o L’Aquila ma soprattutto di piccoli centri come Sulmona, Agnone, Castel del Giudice, Colle d’Anchise o Santa Maria di Leuca.

Sono convinto che questi esempi di luce possano indicare a tutta l’umanità una nuova strada da percorrere, diversa e opposta a quella della mercificazione della vita, della salute, dell’acqua e di qualsiasi bene naturale. Gli esseri umani non sono nati per essere comprati o venduti, uccidere o essere uccisi, emigrare o restare nella propria Terra, ma semplicemente per vivere in pace, studiare, lavorare, soddisfare i bisogni primari, curarsi e prendersi cura dei propri cari e della natura. Sostenere oggi i principi contenuti nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948 a Parigi con la risoluzione <219077A> appare quasi come un’utopia irrealizzabile. E’ nostro dovere adoperarci ciascuno per come può per restituire attualità a valori intramontabili di umanità, fraternità e uguaglianza.

Michele Petraroia

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