L’impennata di contagi in Molise, i danni sul prossimo futuro

Le precedenti proiezioni relative ai “contagi zero” nelle regioni italiane hanno sballato di brutto. Secondo il dato diffuso da una nota fondazione, addirittura pubblicato in apertura dell’edizione on-line di uno dei maggiori quotidiani italiani, già a metà maggio in molte regioni italiane si sarebbero dovuti registrare zero contagi. Non è andata così. Ora che i dati sul Covid-19 sono in caduta libera, anche se non sappiamo per quanto tempo (visto anche il ritorno ad una sorta di “normalità” di massa), altre proiezioni, ad esempio quelle diffuse dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute, riportano nuove indicazioni delle date presumibili per la fine di nuovi casi di positività al Covid-19.

Queste indicazioni non sono proprio secondarie. In un periodo in cui molti italiani stanno pianificando le vacanze, per lo più nel nostro Paese, i territori con pochi contagi presentano un valore aggiunto.

Purtroppo in questa classifica, causa in particolare i casi probabilmente conseguenti all’ormai noto funerale di Campobasso, il Molise non sta messo bene. Infatti è l’unica regione senza data per i “contagi zero”. Una condizione conseguente sia al funerale del 30 aprile sia ai pochi abitanti della regione, che determinano variazioni molto accentuate nelle percentuali di crescita. Fatto sta che la regione, che avrebbe potuto beneficiare dei bassi contagi quale fattore di promozione, ora fa fatica persino ad attrarre e a confermare gli habitué dell’estate.

La tabella pubblicata dal quotidiano Il Messaggero

Non solo. Soltanto nei giorni scorsi il monitoraggio ministeriale sulla casistica del Covid-19 (indice Rt) aveva inserito il Molise in un terzetto di regioni più “a rischio” (per quanto moderato) rispetto a tutte le altre, “promosse” invece a pieni voti.

Un giudizio che ha fatto alzare voci di protesta soprattutto dall’Umbria. Ad esempio la senatrice di Forza Italia, Fiammetta Modena, aveva denunciato gli autori, scrivendo di non voler pensare che “possano credere di godere di una sorta di immunità che li protegga anche se danneggiano il grande lavoro svolto dalla Regione Umbria, che ha portato a grandi risultati ottenuti con fatica e dedizione, anche degli stessi cittadini umbri. I dati presi a riferimento per chiudere le regioni sono moltissimi, Rt è uno di quelli e l‘Umbria nell’incidenza per abitanti è bassissima. Auspico che chi ha combinato questo pasticcio, l’ennesimo, venga sostituito al più presto: non possiamo permetterci di sbagliare”.

In Molise, dove il coronavirus sta buttando ulteriore benzina sul fuoco delle polemiche e delle critiche alla giunta, è il Pd a criticare la situazione, giudicando la fine-lockdown come un giorno con “tutto il sapore dell’assurdo”.

Si legge nel comunicato: “Mentre in tutte le altre regioni il numero dei contagi calava e quello dei guariti cresceva da noi c’è stata un’impennata di contagi a Campobasso e Termoli, contagi per i quali ancora non sono state ricostruite puntualmente le catene di contatti e relazioni avute dalle persone coinvolte. Campobasso e Termoli sono le città dove la maggior parte dei molisani si reca per lavoro o per le spese. Nonostante questa palese situazione di pericolo e di mancanza di sicurezza il presidente Toma ha deciso di riaprire tutto. Decisione che dimostra ancora una volta la sua inadeguatezza nel gestire questa emergenza, inadeguatezza nei modi, nei tempi e nei contenuti”.

La battuta finale dedicata al governatore: “Prepariamoci a camminare con lui sui carboni ardenti”.

Di certo questa situazione rappresenta l’ennesima occasione buttata alle ortiche per valorizzare il territorio. Presentarlo come l’ultimo per contagi – per quanto numerici – avrebbe potuto assicurare flussi turistici. Ora, che anche in tv viene presentato alla stregua di un focolaio, le prospettive per la prossima stagione non sono certo rosee.

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