Tra le innumerevoli iniziative che il gruppo di volontariato “Bagnolesi”, fondato nel 2009, porta avanti, ve n’è una che spicca fra tutte perché è messa in atto nel cuore della stagione invernale e in occasione di quella che è la festa notoriamente più sentita da ognuno di noi, il Natale; l’iniziativa consiste, appunto, nella realizzazione di quello che è divenuto, nel corso del tempo, il “Presepe artistico più grande del Molise”, giunto ormai alla sesta edizione.
L’atmosfera natalizia di un paese, Bagnoli del Trigno, senza vetrine e senza luminarie di particolare pregio ma solo con stradine addobbate di semplici segni, camini accesi, case calde e accoglienti come un tempo, immerse in quello che già paesaggisticamente sembra un presepe naturale, è un’attrattiva per molti visitatori increduli che non esitano a rendere omaggio a quello che si può definire un autentico capolavoro, un connubio di fede, amicizia, condivisione, tradizione, riflessione.<
Prima di arrivare alla Natività sono state riprodotte le due scene relative all’Annunciazione a Maria (anche con effetti e artifici artistici e tecnologici di rilievo) e al canto del “Gloria in excelsis Deo”, con i relativi riferimenti evangelici e le rispettive descrizioni.
Nelle diverse stanze che catturano l’attenzione e la curiosità dei visitatori, è stata utilizzata una quantità chilometrica di carta roccia (spannometricamente atta a ricoprire 1050 metri quadrati di superficie), per ricreare più fedelmente possibile l’ambientazione naturale delle scene, ricche di simboli, di elementi caratteristici, di particolari finemente studiati e dettagliatamente predisposti in quello che può essere definito un vero e proprio laboratorio artistico, ricavato all’interno dell’edificio.
Va da sé che, per allestire 300 metri quadrati di presepe, è stato necessario utilizzare molti strumenti e materiali diversi, naturali e non. Questi ultimi, in particolare, hanno valorizzato quello che dovrebbe divenire una consuetudine condivisa ovvero il riciclo di legno, vegetali secchi, trochi, carta ed anche plastica.
Particolare attenzione è stata dedicata anche alle minuterie ossia a quegli oggetti di piccole dimensioni, finemente lavorati a mano, se non acquistati, usati per ornare, decorare, arricchire, contestualizzare le varie scene di vita quotidiana ricostruite; scene del passato e del presente; scene in cui sembrano prendere vita fabbri, falegnami, arrotini, fornai, pescivendoli, pescatori, zampognari, mercanti, padroni di antiche osterie, abili filatrici, che paiono interloquire con il visitatore, pervaso da una sensazione di serenità, di meraviglia, di “magica” atmosfera d’altri tempi.
Spazio e tempo sembrano azzerati da una giustapposizione, da una collocazione in contiguità, non escludendosi a vicenda ma, anzi, determinando una fusione in un tutto organico, di scorci paesaggistici, luoghi reali, vicoli storici, facenti capo alla Terra santa, ai territori arabi, a Bagnoli, ai paesi terremotati del Centro Italia, a zone limitrofe e non, in una dimensione quasi surreale di contemporaneità degli eventi e delle scene proposte.
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