ROMA – Le lacrime non avrebbero odore, ma conterrebbero comunque un messaggio codificato chimicamente in grado, tra l’altro, di ridurre l’attivazione sessuale negli uomini, anche quando la donna che le ha prodotte non è presente. E’ quanto emerge da uno studio del dipartimento di Neurobiologia del Weizmann Institute of Science di Rehovot, in Israele, pubblicato il 6 gennaio sulla versione internet di “Science Express”.
I ricercatori guidati da Shani Gelstein, Yaara Yeshurun e i loro colleghi nel laboratorio del professor Noam Sobel presso il dipartimento di Neurobiologia dell’Istituto Weizmann (la prestigiosa università conta circa 2.500 studenti), hanno verificato, con un primo esperimento, che le lacrime prodotte da un gruppo di volontarie – chiuse in un’apposita stanza ed intente ad emozionarsi con la visione di un film triste – non hanno un odore che possa essere discriminato da quello di una soluzione salina, secondo il giudizio di un gruppo di uomini utilizzati come controllo. Gli uomini, pertanto, non sono riusciti a discriminare l’odore delle lacrime da quello di una soluzione salina.<
In un’altra prova prova, l’esperimento è stato effettuato all’interno di una macchina di risonanza magnetica funzionale (Fmri), utilizzata per analizzare le aree attive nel cervello e di misurare, quindi, il tipo di attività cerebrale. Gli esami hanno rivelato una riduzione significativa dei livelli di attività in aree del cervello associate con l’eccitazione sessuale dopo che i soggetti avevano annusato le lacrime. A questo punto si pensa che un segnale chimico non ancora identificato nelle lacrime riduca lo stimolo sessuale negli uomini. E che i segnali sarebbero trasferiti non dalla vista, ma dall’olfatto.
Sobel ha commentato: “Questo studio rafforza l’idea che i segnali chimici umani – anche quelli di cui non siamo consapevoli – influenzano il comportamento degli altri”.
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