CAMPOBASSO – Un’elevata concentrazione di un disinfettante nell’acqua in molti comuni del Basso Molise ha costretto le autorità a sospendere l’erogazione del prezioso liquido per motivi dei sicurezza. Il problema è causato dalle alte concentrazioni di un potente disinfettante derivato del cloro, il trialometano. All’origine del caso vi è probabilmente il difettoso funzionamento dell’impianto di depurazione dell’invaso del Liscione o ad un errore di dosaggio nel processo di potabilizzazione.
Secondo alcune stime, quasi centomila persone sono costrette a bere acqua minerale e la Protezione Civile sta distribuendo con le autobotti acqua potabile.
I primi problemi si erano verificati già venerdì scorso, quando il sindaco di Campomarino (Campobasso) aveva vietato ai cittadini di bere o utilizzare l’acqua del rubinetto per scopi alimentari. Poi il provvedimento è stato esteso a tutti i Comuni serviti dall’impianto dell’invaso del Liscione: Termoli, Guglionesi, Campomarino, San Martino in Pensilis, Portocannone, Petacciato, Ururi, Larino e Montenero di Bisaccia. <
Il trialometano si forma durante la reazione tra disinfettanti che contengono cloro e la materia organica contenuta nell’acqua. La Protezione Civile sta predisponendo, d’intesa con i Comuni, un piano di approvvigionamento idrico, dando la precedenza alle strutture pubbliche, dagli ospedali alle scuole. Finchè i parametri idrici non rientreranno nella norma e non verranno ufficializzati gli esiti dei nuovi controlli affidati all’Armpa, le autobotti della Protezione Civile sosteranno sul territorio per fornire acqua potabile alla popolazione.
Campomarino è il comune che vive i maggiori disagi, visto che sono passati già 5 giorni dall’ordinanza firmata dal sindaco Gianfranco Cammilleri. Nel pomeriggio di ieri sono arrivate in paese tre autobotti da 8mila metri litri di acqua circa ciascuna, partite da Campobasso che stazioneranno a disposizione dei vari quartieri.
Esaustiva sulle cause del contagio, l’intervista rilasciata dal presidente di Molise Acque, Stefano Sabatini, al giornale “Primonumero”. Sabatini è presidente di Molise Acque, l’ente regionale che gestisce l’impianto di potabilizzazione della diga di Guardialfiera, che rifornisce l’intero Bassomolise. I Comuni che dipendono dall’impianto sono Guglionesi, Campomarino, San Martino in Pensilis, Portocannone, Petacciato, Ururi, Larino, Montenero di Bisaccia e Termoli
Sabatini nell’intervista ricostruisce le cause dell’interruzione del flusso idrico in Bassomolise e chiarisce che “non c’è stato errore umano, ma siamo stati sfortunati anche perchè il nostro impianto è vecchio e va cambiato il tipo di approvvigionamento per i Comuni”.
“Nelle scorse settimane – racconta Sabatini – c’è stata una piovosità accentuata e una nevicata abbondante che hanno riversato nel fiume Biferno, il fiume dal quale succhia acqua la nostra diga, ingenti quantità di sostanze impure e fanghi, tali da aver bisogno, per venire depurati, di un deciso incremento delle dosi di cloro”. Di fatti nel potabilizzatore della diga è stato gettato cloro in quantità superiori alla norma. “Essendo alterati i normali parametri dell’acqua da potabilizzare – spiega Sabatini – è stata aumentata la dose di cloro, sulla base di un rigido protocollo seguito da Molise Acque. Ora, può accadere, e purtroppo in questo caso è accaduto, che la clorazione determini la formazione di altre sostanze innescate da una reazione chimica, come per esempio i trialometani, che hanno reso l’acqua non potabile.
L’acqua tornerà gradualmente, assicura Sabatini, tra la mattinata e il pomeriggio del 23 dicembre. Ma va utilizzata solo per igiene personale.
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