CAMPOBASSO – Sono trentuno le persone indagate dalla procura della Repubblica di Larino (Campobasso), tra cui un deputato dell’Idv, Anita Di Giuseppe, per irregolarità, accordi illeciti, agevolazioni non consentite dalla legge nell’ambito dei lavori al porto turistico di Campomarino (Campobasso). Secondo le accuse la faraonica opera, trasformatasi negli ultimi tempi in una sorta di “cattedrale nel deserto”, avrebbe assorbito 20 miliardi di vecchie lire, finendo quindi nel mirino della Guardia di Finanza impegnata in indagini durate quattro anni circa tra prelevamento di documenti presso il Municipio, interrogatori e sopralluoghi.
Associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d’asta, abuso d’ufficio in concorso e continuativo sono le accuse contestate a vario titolo all’ex sindaco (2005-2008) del centro costiero molisano, Anita Di Giuseppe, attualmente parlamentare dell’Italia dei Valori, a componenti della giunta della passata amministrazione, tecnici, consulenti e all’imprenditore campano Francesco Moccia, che secondo la guardia di finanza avrebbe avuto rapporti con clan camorristici del napoletano. <
I magistrati hanno indagato sulle procedure di aggiudicazione dei lavori di completamento e per la gestione del porto di Campomarino alla Ati-Marilea srl, in seguito diventata Pa.ma srl, quindi confluita nella società mista Porto Skanderbeg srl, promossa dal Comune e dalla società di Moccia. Le indagini hanno riguardato le modalità di appalto, ma anche i lavori per diversi milioni di euro male eseguiti o mai realizzati.
L’onorevole Anita Di Giuseppe, nata a Roseto degli Abruzzi (Teramo) nel 1953, laureata in scienze motorie e preside scolastico, è stata eletta alla Camera nel 2008 nella circoscrizione Lombardia 1 grazie all’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro. E’ componente della Commissione Agricoltura.
<div class="