“Repubblica” denuncia: soldi no a Pompei, sì ad Isernia
ROMA – I soldi mancano per Pompei, non per Isernia. E’ quanto denuncia Antonello Caporale, giornalista di punta del quotidiano “La Repubblica”, nel suo blog “Piccola Italia” di mercoledì 10 novembre.
Esordisce Caporale, non nuovo a inchieste sul Molise: “Ci sono soldi o mancano? E’ questione di punti di vista. Viene prima Pompei o il nuovo auditorium di Isernia? Questione di punti di vista. Bisogna chiudere gli aeroporti bonsai, quelli cioè che non raggiungono almeno i 500mila passeggeri annui, o finanziare come opera strategica lo scalo di Perugia (un volo quotidiano per Milano, uno alla settimana per Tirana, e altri tre per Londra)? E’ sempre questione di punti di vista. O forse di convenienze, e forse di connivenze. Gli aquilani dicono che lo Stato li ha abbandonati. Il premier invece comunica che ci sono 14 miliardi e mezzo di euro a disposizione e diecimila cantieri aperti (quindi 1400 euro a cantiere). Dov’è il vero e dove il falso?”.<
canale privilegiato degli appalti di Stato, si è notato che anche a Isernia i nomi in circolazione (alcuni denunciati a piede libero, altri già in manette) erano gli stessi. Medesime triangolazioni, uguali disponibilità”.
Quindi il giornalista di “Repubblica” si domanda: “Con 40 milioni di euro si sarebbe potuta salvare la domus dei Gladiatori? Certo che sì. Ma era troppo semplice e nell’Italia sottosopra, nel capovolgimento delle gerarchie e dei bisogni, la cultura ha cercato altri spazi e nuove prospettive. Come detto: è sempre questione di punti di vista. Adesso Isernia. Che ha triturato un po’ di milioni di euro fino a quando qualcuno si è chiesto: a cosa serve? I tagli dei fondi successivi restituiscono alla bellezza del cemento grezzo quest’opera faraonica e inutile, testimonianza viva di ciò che non andrebbe mai fatto. Andrebbe, condizionale. Perché con le parole si gioca, e il falso può divenire vero. Un investimento inutile spacciarlo per strategico per esempio”.
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