Il Molise ancora alle prese con la piaga dell’obesità
ROMA – Un molisano su due ha problemi di peso. Un primato. Addirittura nella fascia di età fra 35 e 74 anni i maschi in Molise mandano in tilt la bilancia. Le donne, invece, si rivelano bravissime. Gli uomini obesi in questa fascia erano 23 su cento nel Duemila, adesso sono schizzati a 31. Le donne, sempre su cento, erano 29 nel Duemila, sono scese a 23. Un bel calo. Comunque il bilancio è di un Molise che pesa veramente tanto. Eppure, da dieci anni “Obesity Day” apre le sue porte per consigli gratuiti a chi insegue la linea perduta. «E’ un’Italia a macchia di leopardo quella che esce dalla fotografia dell’Italia sulla bilancia che in questi dieci anni abbiamo potuto realizzare incontrando tantissime persone. Tra virtuosi e golosi, l’ago oscilla in basso e in alto. Anche se adesso c’è una buona notizia che accumuna tante regioni: gli italiani stanno prendendo coscienza dell’importanza di un’alimentazione corretta, per la linea ma, soprattutto, per la salute. <
E’ il quadro che disegna Marco Tagliaferri, Presidente del Molise dell’Associazione Italiana Dietologia e Nutrizione Clinica (AdI) e Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Diabetologia, Endocrinologia e Malattie Metaboliche dell’Asrem di Termoli-Larino alla vigilia di “Obesity Day” che nel Molise quest’anno sarà celebrato anche con una “Ciclopasseggiata della salute…alla ricerca di un ben essere in movimento”. «C’è da aggiungere che la poca attività di movimento regna sovrana conclude Marco Tagliaferri – come evidenzia il già citato studio dell’Osservatorio epidemiologico Cardiovascolare: nel Duemila non facevano attività fisica 40 uomini su cento, adesso sono addirittura 54. Le donne che nel Duemila non facevano attività fisica erano 59 su cento, adesso sono 52, un calo significativo, ma la percentuale resta alta. Preoccupa la situazione nella fascia infantile: superano il 40% i bambini fra i 6 e 11 anni in sovrappeso e obesi. Purtroppo “bimbo grasso, bimbo bello” fa fatica a perdere proseliti». Cultura sostenuta da cattive abitudini alimentari che privilegiano i cibi ipercalorici, ricchi di zuccheri e grassi, e demonizzano frutta e verdura.
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