ROMA – Gino Giugni, parlamentare e ministro socialista, padre dello Statuto dei lavoratori, è morto a Roma all’età di 82 anni.
Insigne avvocato e giurista, presidente dell’Accademia europea di diritto del lavoro, docente di diritto del lavoro agli atenei di Bari, Roma La Sapienza e Roma Luiss, visiting professor nelle università di Nanterre (Parigi), Ucla (Los Angeles), Buenos Aires e alla Columbia University (New York), era nato a Genova il 1 agosto 1927.
È ricordato come il padre dello Statuto dei lavoratori: nel 1969 venne infatti messo a capo della commissione nazionale che ebbe l’incarico di scrivere tale testo. Ha inoltre presieduto, negli anni Otttanta, le commissioni ministeriali per la riforma delle liquidazioni e sul costo del lavoro. Il 3 maggio 1983, proprio per il suo ruolo di primo piano nelle materie lavorative, è stato gambizzato a Roma da una donna, attentato rivendicato dalle Brigate Rosse.<
Dopo l’inchiesta di Tangentopoli ed il conseguenziale disfacimento del Psi, ha aderito ai Socialisti italiani di Enrico Boselli ed alle elezioni politiche del 1994 è stato eletto deputato tra le file dei Progressisti. Recentemente aveva aderito al Partito democratico.
Dall’aprile 1993 al maggio 1994 è stato ministro del Lavoro e della sicurezza sociale del governo Ciampi.
Negli ultimi anni ha ricoperto tra l’altro la carica di presidente della Commissione di Garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali.
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