MILANO – Un italiano su tre non si fida di bere l’acqua del rubinetto. Percentuale maggiore nel Mezzogiorno, dove si supera il 45%, e minore al Centro e al Nord dove si ferma al 30%. Sono alcuni dati contenuti nel dossier che Legambiente e Altreconomia hanno presentato in occasione della Giornata mondiale dell’acqua, assemblando dati Beverfood, Eurispes, Istat e Mineracqua, l’associazione di categoria delle aziende di imbottigliamento delle acque minerali.
L’Italia ha il primato europeo del consumo di acqua minerale (terzi al mondo dopo Emirati Arabi e Messico): nel 2007 abbiamo consumato ben 12,4 miliardi di litri (196 litri pro-capite), nonostante l’acqua in bottiglia costi mediamente mille volte di più rispetto a quella che esce dal rubinetto (in media 0,5 millesimi di euro al litro contro i 50 centesimi di euro al litro per quella in bottiglia).
Non solo. I consumi pro capite sono in costante aumento dal 1980, passando da 47 ai 196 litri del 2007 (+317%). La crisi economico-finanziaria mondiale sta incidendo in modo limitato in questo settore, con un calo nel 2008 delle vendite del 4-5%, secondo Mineracqua,<
L’associazione ambientalista traccia anche il quadro del mercato dell’imbottigliamento.
Il volume di affari delle società imbottigliatrici in Italia nel 2007 (192 fonti e 321 marche) ha raggiunto 2,25 miliardi di euro. Tuttavia, rileva Legambiente, i canoni di concessione pagati dalle aziende alle Regioni o alle Province, “sono a dir poco irrisori e regolati in alcuni casi addirittura dal Regio decreto del 1927. Questo perché non esiste una legge nazionale e ciascuna amministrazione decide come meglio crede”.
In nove regioni (Basilicata, Campania, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Sicilia, Umbria, Veneto) è previsto il pagamento del canone doppio, per la superficie della concessione e per i volumi di acqua emunta o imbottigliata; otto regioni (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Molise, Puglia, Sardegna, Trentino, Valle d’Aosta) fanno pagare solo sulla base della superficie della concessione.
Anche quando il canone è in funzione dei litri prelevati, il costo varia molto da regione a regione: da 0,3 euro per ogni mille litri della Campania fino ai 3 euro per ogni mille litri, prelevati del Veneto. Costi “risibili”, come sottolinea Legambiente, in quanto fino ad un massimo di 0,6% del prezzo finale che paghiamo noi consumatori al momento dell’acquisto. Insomma quando andiamo a comprare l’acqua minerale non paghiamo tanto l’acqua quanto tutto ciò che le sta attorno.
“Il quadro che emerge somiglia molto ad una lotteria – si legge nel dossier.
<div class="