Il Molise sul viale del tramonto



Le notizie che giungono in questi giorni dalla regione d’origine di tanti molisani a Roma non sono per nulla rassicuranti. More solito. Dopo 49 anni di attività ha chiuso lo Zuccherificio del Molise. Centinaia di famiglie sono rimaste senza lavoro e senza reddito. Nelle stesse ore gli ex dipendenti della Ittierre, ex fiore all’occhiello regionale nel settore tessile, protestavano davanti alla Prefettura di Isernia perché privi di un futuro. E’ ancora vivo il ricordo di un’altra grande azienda che ha amaramente chiuso i battenti, la Gam di Bojano.
Per comprendere come questa regione, a guida Paolo Di Laura Frattura, sia a pezzi, è sufficiente leggersi i dati demografici: da febbraio a settembre 2016, ultimi numeri disponibili dell’Istat, i residenti in Molise sono calati di mille unità precise. Ora gli abitanti della regione sono 310mila, meno di un Municipio romano. I giovani se ne vanno, le ultime opportunità sono legate soprattutto alle piccole imprese tra cui primeggia l’agroalimentare, che comunque arranca. Se non ci fosse lo Stato Pantalone con un bel po’ di pubblico impiego, la desertificazione sarebbe ben più grave. Il valore delle abitazioni è crollato in tutta la regione, ad Isernia l’edilizia è in una crisi totale. La politica, di fronte a tutto ciò, è per lo più autoreferenziale: amministratori con la pancia piena dimostrano scarso interesse per i concittadini. Manca l’ambizione, scarseggiano le idee.
Apprendiamo che 90mila euro del bilancio regionale finiranno alla Borsa internazionale del turismo di Milano per assicurare una partecipazione dal 2 al 4 aprile. Altri soldi li metteranno i Comuni, già con le casse al lumicino. Fa tenerezza ascoltare l’ennesimo proclama di “promozione delle bellezze molisane” proferito dai vertici regionali durante una conferenza stampa a Palazzo Vitale. Straordinarie le dichiarazioni del governatore: “Quest’anno abbiamo un’idea molto più precisa di quella che sarà la nostra narrazione alla fiera”. Come dire: gli anni scorsi abbiamo avuto idee meno precise.
E’ questo il Molise che sopravvive.
Nei giorni scorsi, qui a Roma, abbiamo saputo che la proposta economica del quotidiano “La Repubblica” – di oltre due terzi meno onerosa di quella per la Bit – per completare la collana delle ben pubblicizzate Guide gastronomiche regionali è caduta nel vuoto. Da sette-otto mesi i promotori non hanno risposte. Qual è l’unica regione che manca nella collezione delle Guide? Naturalmente il Molise. La Bit sì, Repubblica (a costi minori) no.
Analogamente registriamo il solito vuoto istituzionale della Regione Molise a Roma. Basterebbe una kermesse annuale, sul modello del “Molisedays” o di “Molise, un’altra Storia”. Un’iniziativa esclusivamente molisana, cioè dove il nostro territorio non risulti affiancato da tutte le altre regioni (come a Milano), certamente più organizzate d efficaci. Un grande evento romano capace di spingere unicamente il Molise in un mercato dinamico e limitrofo come quello capitolino, dove già tanti operatori molisani sono impegnati con grandi sacrifici personali, senza fare rete. Un’iniziativa capace di trovare nella comunità molisana di Roma un grande volano. Ma è solo un sogno. Di Laura Frattura, dove sei?

(GC)

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