CAMPOBASSO – Un’intervista televisiva ad una cittadina aquilana ,mi ha colpita profondamente.
L’intervistatrice chiede alla donna cosa le manca di più della sua città martirizzata e distrutta. Lei risponde istintivamente con il viso rigato di lacrime: “Mi manca il centro della città, mi manca la sua storia e la nostra vita da raccontare”.
Noi non abbiamo avuto un disastro grande come uno tsunami, come l’Aquila alla quale va il nostro pensiero affettuoso, ma la nostra città – Campobasso – è avvilita, spenta.
Le nostre piazze non sorridono alla bellezza ed una sorta di scadimento generale ci pervade e ci avvilisce. Le piazze sono in ogni città il luogo dell’accoglienza, dell’incontro, degli spazi che si dilatano, dello sguardo che si allunga e che spesso ospita fontane, giardini, parchi, alberi.<
Mi soffermerei a citare le principali.
Piazza Savoia rappresenta l’ingresso della città. Oggi è ridotta ad uno, a dir poco, stravagante disegno di piazzole con erbacce incolte e albergo chiuso e abbandonato.
Magnifico luogo di accoglienza era lo storico parco cittadino di Villa De Capoa, pregevole esempio di giardino all’italiana dotato di alberi e piante pregiati, in cui una volta tutti entravano come in un raro angolo di paradiso. Versa in uno stato di semi-abbandono e per la sua delicata ristrutturazione, merita mani molto esperte che la riportino al suo antico splendore.
Piazza Vittorio Emanuele è bella perché ospita la villa del Municipio, perché è lo spazio per i giochi dei bambini, lo spazio dell’incontro per tutti, con le aiuole (mai fiorite) e la fontana rigorosamente zampillante e poco più avanti la Villa de’ Cannoni, oggi un po’ più illuminata e con qualche gioco per bambini.
Passando nei giorni delle festività natalizie in corso Vittorio Emanuele, lo sguardo verso la piazza era chiuso e quasi soffocante. Nulla contro i mercatini, che dovrebbero esporre però prodotti tipici e di artigianato rigorosamente locale, ma occorre pensare bene agli spazi da occupare e ad un senso estetico che non deve mai essere disatteso. Porre in contrasto le scintillanti vetrine del corso con apparati non proprio adeguati e merceologie di scarso interesse generale, non ha recato benefici né agli uni né agli altri .
Piazza Prefettura. Magnifico ingresso al centro storico con Cattedrale, Teatro Savoia, Prefettura e monumento a Gabriele Pepe. Qui possiamo alzare lo sguardo verso i palazzi storici della città ed il respiro si fa più ampio. Chi è nato in questa città, addentrandosi nelle strade del centro storico, sente quasi di appartenervi così come ci appartiene la nostra stessa vita. Ma devo dire che l’incuria e l’abbandono, quando li incontriamo, ci feriscono.
Le zone pedonali non sono solo divieto di circolazione, bisogna crearvi dentro interesse e fare in modo che pedonalizzazione non faccia rima con desertificazione.
Ci piacerà parlare a lungo del centro storico, ma ne approfitto per dire grazie a tutti i commercianti che lo popolano con sacrificio e amore per la città. Pensare alla propria città come alla propria casa è doveroso. Occorre recuperare un forte senso civico. Pensare a tutti coloro che vi lavorano o semplicemente ci vivono o la frequentano, vuol dire agevolare i loro passi, rispettare tutti i negozi che faticosamente e caparbiamente mantengono viva e illuminata quotidianamente la città.
Campobasso necessita di impegno, solidarietà e rispetto gli uni degli altri, esige interventi fatti di competenza, studio e programmazione complessiva della città con lo sguardo attento alla economia, alle funzioni allo sviluppo, alla storia, alla cultura ed all’arte dell’accoglienza che è alla base di ogni buon proposito futuro. Così da creare momenti e sinergie utili per attrarre visitatori e fare “economia ” in una città che ha molto da far scoprire.
Mio e nostro auspicio è che tutti insieme: Istituzioni, professionisti, imprese, mondo associativo, cittadini si mobilitino in modo consapevole e propositivo per fare di Campobasso una città-modello che ci inviti al rispetto reciproco ed al buon convivere affinché non ci appartengano sterili critiche, ma si concorra tutti insieme a fare di questa città un capoluogo degno di questo nome.
Ci sarebbe tanto da aggiungere e tante sono le omissioni, ma ora il nostro intento e la proposta è di creare al più presto un Forum cittadino fatto di gente appassionata e competente, per approdare ad uno sviluppo armonico della città e a scelte condivise. Magari creando un fondo di solidarietà a sostegno di buoni progetti. Una città che funzioni da volano per lo sviluppo regionale, con buoni collegamenti stradali e ferroviari. Una città dove arrivare, per lavorare, per studiare, per curarsi ….per vivere.
(4 gennaio 2010 – Giulia D’Ambrosio*)
* presidente dell’associazione “Commercio Attivo” – Campobasso
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