Diabete: speranza dalle staminali per tipo 1



ROMA – Notizia che accende una speranza per chi dipende dalle iniezioni di insulina. Negli Usa ventitre pazienti malati di diabete di tipo 1, quello comunemente detto “giovanile”, di età compresa tra i 13 e i 31 anni e dipendenti da somministrazioni quotidiane di insulina, sono ritornati a produrla spontaneamente dopo essere stati sottoposti a trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche prelevate dal loro midollo osseo. Si tratta, cioè, dell’autotrapianto di cellule estratte dal midollo spinale del paziente stesso.
I risultati dello studio realizzato dalla Northwestern University di Chicago e del brasiliano Regional Blood Centre, sono stati pubblicati sul Journal of the American Medical Association (Jama).
Gli scienziati tengono però a sottolineare che il trattamento non va bene per tutti. Non è efficace, ad esempio, per coloro cui è stato diagnosticato il diabete da più di tre mesi, perché a questo stadio della malattia il sistema immunitario ha già distrutto le cellule beta delle isole del Langerhans nonché per chi ha il diabete di tipo 2 associato all’obesità.
Iain Frame, direttore del Diabetes UK, è però cauto. “Questo trattamento – ha sottolineato – non è una cura per il diabete di tipo 1. Sarebbe meglio continuare la sperimentazione utilizzando anche un gruppo di controllo per il confronto dei risultati e tenere sotto controllo i pazienti, preferibilmente un gruppo molto più numeroso, con un “follow-up a lungo termine”. Questo perché è importante che i medici indaghino sulle cause di un apparente miglioramento o ripresa della produzione dell’insulina e del ripristino dei livelli dei peptidi C in alcuni pazienti. In particolare è cruciale scoprire se tutto questo è associato al trattamento o sia, invece, un effetto collaterale , piuttosto che l’effetto del trapianto stesso. Sarebbe sbagliato far nascere speranze su questa nuova terapia, in persone che convivono da anni con il diabete, prima che lo studio sia ulteriormente confermato con altre evidenze sperimentali”.

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