Terremoti: Lazio, Molise e Toscana regioni-modello



FIRENZE – Lazio, Molise (dopo il sisma del 2002) e Toscana sono le tre regioni italiane che applicano alla lettera la classificazione antisismica più recente. Lo ha detto Marco Betti, assessore regionale alla difesa del suolo, alla protezione civile e al rischio sismico della Regione Toscana, intervenendo durante la seduta della commissione territorio e ambiente del Consiglio regionale. L’assessore ha sottolineato come, in questa materia, le classifiche non siano determinanti, ribadendo come sia essenziale la sicurezza, ma ha fornito il dato per dare la misura degli interventi realizzati.
L’assessore toscano ha sottolineato come dopo il territorio molisano sia cresciuta l’attenzione alla prevenzione. La Toscana dispone, infatti, di uno staff di circa 100 tecnici specializzati, tra ingegneri, architetti e geologi, adibiti al controllo del rischio sismico, e 41 di questi sono stati assunti proprio dopo l’ultimo terremoto che ha investito San Giuliano di Puglia.
L’assessore, in relazione al terremoto abruzzese, ha parlato anche della visita che lo ha portato, insieme al presidente della Regione, a Castelnuovo, nel comune di San Pio delle Camere, la località sulla quale si concentrano gli aiuti coordinati dalla Toscana, esprimendo un giudizio positivo, sottolineando l’efficacia e la tempestività dei soccorsi portati alle popolazioni colpite e definendo eccellente la risposta data dalla macchina statale e regionale.
Dal 1986 ad oggi la Regione Toscana ha investito circa 150 milioni di euro nell’adeguamento di strutture pubbliche alle più recenti normative antisismiche. Attualmente la consistenza dei fondi per l’intervento in questa materia è di circa 6 milioni all’anno, dei quali quattro provenienti da fondi dell’Unione europea e due finanziati dalla legge regionale. Sono 506 gli edifici per i quali è stato completato l’adeguamento alle più recenti normative antisismiche, mentre 450 sono oggetto di verifiche e indagini.
(Alex Neumann)

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