“Pasqua di sangue”, poesia di Antonio Crecchia

Vive l’umanità tra illusioni e fuoco,
inorridita dal frastuono d’eventi
che fanno tramare vene e denti
ai cristi legati alla croce della guerra.
Si attende una Pasqua di pace e letizia.
Si attende ragionevolezza e giustizia.
Si attende la fine d’ogni nequizia.

È il sogno d’ogni uomo sano
vivere la Pasqua con un fiore in mano,
alla sorgente dell’amore e solidarietà,
fortezze perenni d’ogni vera civiltà.

Ma i lupi dei turriti palazzi secolari
riuniti in funebri cortei, tracotanti,
sventolano i sanguinolenti emblemi
della Signora in nero, levano canti
ingiuriosi verso chi nella polvere giace
e non lesinano ululati di spregio
a chi di palma d’ulivo si fregia.

Pasqua di sangue in varie contrade
della Terra, rosa dal cancro dell’odio,
sfigurata dall’ingordigia che germoglia
nel cuore degli artisti dello sgorbio,
dei fautori di nefandi imbrogli,
che colmano la terra d’amari cordogli.

Signore della Luce, fa’ che il sole
della vita rimuova i mali della Terra,
sciolga il buio nell’animo dei perversi,
e ridia speranza a chi ha tutto perso
nei roghi infausti di durevole guerra. 

                             Antonio Crecchia

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