Il belato degli innocenti



È un proverbio che si declina in quasi tutti i molteplici dialetti del Sud. In italiano suona pressappoco così: "Gioacchino fece la legge e Gioacchino rimase appeso". È un riferimento all’introduzione della pena di morte da parte di Giacchino Murat, generale napoleonico, nominato Re di Napoli e giustiziato dalle orde sanfediste che restaurarono l’ancien regime.

Ci viene in mente quando i giornali raccolgono i lamenti di illustri e meno illustri (ex) parlamentari e amministratori locali vittime della macchina elettorale. Alcuni di loro sono stati ignominiosamente piazzati nelle parti basse delle liste elettorali. O del tutto esclusi dalle liste. Quindi trombati per superiore volere. E molti sono gli stessi che hanno votato entusiasti e convinti per la legge elettorale.

C’è chi si giustifica dicendo di averlo fatto per disciplina di partito (comunemente definito servilismo). Erano sicuri che mostrandosi disciplinati avrebbero conquistato il posto al sole nelle liste bloccate. Credevano, insomma, che espropriando i cittadini del diritto di scegliere i rappresentanti avrebbero avuto partita elettorale vinta senza nemmeno bisogno di giocare. Ma il servilismo è figlio dell’idiozia e non ha colto un particolare. Il diritto di scelta non è stato espropriato a vantaggio dei parlamentari in carica, ma a vantaggio dei vertici dei partiti.

E indovinate come è andata a finire? I vertici dei partiti hanno scelto secondo le loro convenienze, quindi inserendo in lista i nomi dei più fedeli. In fatto di servilismo l’Italia è terra fertile con tradizioni illustri. Immaginate la sorpresa di chi credeva di essere imbattibile nella secrezione di bava, e si è trovato scavalcato da qualcuno con le ghiandole salivali ancora più capaci e allenate. Adesso è tutto un indignarsi, un fremito di sezioni in rivolta, un risuonare di alti lai degli esclusi, frenetiche ricerche di posti sotto altri simboli. Ma le ghigliottine hanno decimato un bel po’ di peones e personaggi saliti all’onore delle cronache, senza badare troppo ai belati strazianti dei pecoroni.

Così il lessico politico si è arricchito di un neologismo: "candidati di fascia B", cioè quelli che ricoprono una posizione bassa nella lista bloccata e quindi hanno poche possibilità di riuscire. Una specie di campionato cadetto per politici al capolinea, senza nemmeno la speranza di vendere i diritti tv a Mediaset.

(Fabio Scacciavillani)

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