Siamo tutti aquilani



Esprimiamo pieno sostegno alle giuste rivendicazioni del popolo aquilano che ha manifestato a Roma per non finire sul binario morto del modello di ricostruzione post-sisma berlusconiano, già tristemente sperimentato in Molise.
Fate bene a lottare per una legge speciale che regoli diritti e doveri, definisca le risorse necessarie per mettere in sicurezza il territorio e riavviare il sistema produttivo, chiarisca in modo rigoroso i termini e le scadenze per le sospensioni del versamento dei tributi e dei contributi previdenziali.
Se per un piccolo terremoto in Molise che determinò complessivamente 9 mila ordinanze di evacuazione per inagibilità totale o parziale, dopo 8 anni e mezzo, i cittadini sono ancora nelle baracche di legno e in sistemazioni provvisorie con un caos indescrivibile sulla restituzione dei contributi è perché non abbiamo avuto la forza di lottare per una legge nazionale specifica e siamo stati abbandonati al sistema delle Ordinanze della Protezione Civile.
Continuate a battervi per i vostri diritti. Avete ragione. E fatelo altrimenti, spenti i riflettori sarete lasciati a voi stessi, con le vostre 50 mila abitazioni da ricostruire e un intero territorio da rilanciare e far vivere.
In una democrazia avanzata non si lascia un’area terremotata in balia di imprenditori privi di scrupoli con un modello emergenziale che esautora le amministrazioni locali. Non si fanno sfilate pubblicitarie tra le macerie con promesse roboanti che vengono sistematicamente disattese. Non si affida ai manganelli il confronto con i manifestanti che rivendicano dignità, attenzione e rispetto. E hanno anche la sfrontatezza di definire cialtroni i meridionali. Sappiano che ci consideriamo tutti aquilani e siamo pronti a lottare insieme contro il peggior governo della nostra storia recente.

(Michele Petraroia)


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