A Vincenzo Rossi nel decennale della scomparsa

Il giorno 6 novembre ricorre il decennale della dipartita dell’amico scrittore e poeta Vincenzo Rossi.
Per l’occasione Antonio Crecchia ha scritto un testo poetico, inviato a “Forche Caudine”. Eccolo:

A Vincenzo Rossi
nel decennale della scomparsa

Alla luce di Febo che m’ispira
oggi parlerò di te, amico mio,
scivolato nel profondo delle tenebre
dieci anni or sono, quando il mondo
plaudiva alla vivace genialità
del tuo dire, in prosa e in poesia.
Preso da folle ispirazione,
da maestro dettevi versi a profusione,
all’ombra del gigante – il Cimerone –
che ancora custodisce
l’eco sonora della tua parola,
emulatrice del canto dell’usignolo.
Ti conobbi all’apice della fortuna,
che il narratore osannava,
il poeta colto e alato elogiava
e il saggista lodava quale simbolo
d’acume e perfezione razionale.

Ammirai la forbita statura d’intellettuale
aperto al dialogo, incline al ben pensare,
a manifestare i moti dell’anima
fedele all’abbraccio della terra,
ammaliata dalle risonanze siderali,
richiami insistenti al divino amore
anche per gli umili esseri del creato.

Voce forte, augusta e solitaria,
– temprata dalle brezze nascenti
dalle valle e dai monti animati
dal rigoglio d’erbe e voci di rocce –
che il tempo del ritorno
alla fiera ragione dei bruti
senza cuore e senz’anima
ha relegato dentro le pagine
che tu armonizzavi con la cura
del salmista, cantore di sapienza,
fino al momento in cui il Fato
il sigillo pose alle tue labbra loquaci.

                                  Antonio Crecchia

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