Autonomia differenziata, perché dico no

Sarà la fine dell’Italia unita per come l’abbiamo conosciuta, con la polverizzazione definitiva dei poteri e delle funzioni del Parlamento e la creazione di un numero ancora indefinito di Stati e Staterelli regionali con il loro monarca assoluto. Gli esiti potrebbero essere catastrofici.

Con la recente approvazione del Senato inizia, di fatto, il processo di smembramento dello Stato unitario italiano. Concordo pienamente con l’economista Gianfranco Viesti quando definisce il disegno di legge “la secessione dei ricchi”. Per chi ha memoria storica questo è il progetto della Lega di Umberto Bossi e dell’ideologo Gianfranco Miglio che potrebbe arrivare a compimento per merito di Roberto Calderoli.

L’ideologia separatista tanto agognata dai leghisti troverebbe finalmente piena realizzazione.

Personalmente sono fermamente contrario a questa legge principalmente perché questo significherà famiglie portate ai limiti della sopravvivenza. Bisogna prepararsi al peggio poiché assisteremo nuclei familiari che dovranno pagarsi da sole le spese sociali. C’è il rischio di famiglie senza reddito che collasseranno. Sarebbe un problema in ogni parte d’Italia, ma nel Sud, dove c’è più povertà, la situazione potrebbe essere catastrofica.

Lo scrivo con forza, convinzione e determinazione: “Temo forti conflitti sociali”. Si valuti bene prima di portare a termine un progetto molto pericoloso che non potrà mai garantire i livelli essenziali delle prestazioni sociali (LEP) perché come dice la Banca d’Italia e non io, non ci sono le risorse economiche, a meno che non si impongano nuove tasse o si crei nuovo debito pubblico. Non comprendo come una forza politica nazionalista possa abbracciare un progetto ideologico che è esattamente il contrario del nazionalismo. Sono a personale conoscenza dell’esistenza di esponenti dell’attuale maggioranza che non condividono il progetto di Calderoli. Non lo dicono pubblicamente ma in privato non nascondono la loro ferma avversione. La stessa Presidente del Consiglio durante la scorsa legislatura, quando il Pd si accordò con le regioni a guida leghista, parlò di una legge che avrebbe spaccato il Paese. Resta palese a tutti che il partito guidato da Salvini tiene sotto scacco politico il Governo ed è una pressione dalla quale non è facile svincolarsi.

Nonostante i tempi non saranno brevi, in conclusione, spero tanto che questa riforma non passi. Mi trovo concorde con Michele Emiliano e Vincenzo De Luca: è una riforma contro il Mezzogiorno d’Italia.

(Vincenzo Musacchio)

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