Benevento, la visita di un ministro alla Rummo e la cattiva ideologia

Ma perché un’azienda che ospita un ministro, intenzionato tra l’altro a sostenere investimenti in un territorio non certo senza problemi come quello sannita, dovrebbe rinunciare ad un’opportunità del genere? Soltanto perché il ministro si chiama Matteo Salvini?

Certo radicalismo ideologico, decisamente fuori luogo e fuori tempo, non può che fare male al nostro Paese. Ha quindi ragione Cosimo Rummo, titolare del pastificio beneventano Rummo, quando dichiara al Corriere del Mezzogiorno di essere letteralmente senza parole. “Il ministro delle Infrastrutture viene a fare investimenti a Benevento, chiede di venire a visitare lo stabilimento, non capisco cosa vogliano: dovevo chiudergli la porta in faccia? Non capisco – ha osservato con una notevole dose di buonsenso.

Che poi Salvini, come è solito, utilizzi la visita per i suoi social è altra cosa. Ma cosa c’entra un pastificio con i “colori politici” di una visita istituzionale, dal momento che il ministro delle Infrastrutture – volenti o nolenti – è Salvini, con la maggioranza di cui fa parte legittimamente eletta dagli italiani?

Qui non si tratta di difendere Salvini, il vicepremier non rientra nelle grazie della maggior parte dei meridionali, si sa. Ma se è lui il ministro (e vicepremier), indubbiamente un valido imprenditore che fa onore al nostro Sud e al Sannio non può certo rinunciare ad un incontro per fare piacere ai soliti “leoni da tastiera”, pronti a spingersi fino alla creazione dell’hashtag #boicottaRummo. Signori, questi sono metodi di quel Ventennio che certo chi ama la democrazia e il confronto non può certo rimpiangere. E’ come se cominciassimo a boicottare, da una parte e dall’altra, tutte le visite istituzionali: dal momento che Conte ha visitato i poveri lavoratori dell’agenzia di stampa Dire, alcuni licenziati di punto in bianco, allora chi detesta i Cinquestelle dovrebbe non solidarizzare con i giornalisti dell’agenzia giustamente in lotta?

L’avversario si combatte con le idee e le proposte e non boicottando un’azienda di pasta con la sola “colpa” di aver ospitato un ministro della Repubblica.

E se l’alternativa fosse quella di comprare un marchio di pasta, il cui titolare – Oddio – ha il busto di Mussolini sul comodino?

PDV

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