MARCO BANCHELLI



Altri protagonisti

Oltre ai “nomi più celebri” (raccolti nella sezione precedente), esistono tantissime persone d’origine molisana che si sono fatte onore nel proprio ambito. A loro abbiamo pensato (e intendiamo onorare), dando vita a questa sezione.
Essendo, però, davvero numerose le persone d’origine molisana sparse per il mondo, risulta difficile comporre una galleria sintetica di “protagonisti”.
L’elenco, pertanto, diviso nelle sottovoci “Italia” ed “Estero”, vuole essere puramente esemplificativo, ovviamente aperto ad ulteriori segnalazioni.


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Marco Bacchelli è uno dei più noti “viaggiatori del mondo in bicicletta”. E’ nato a Sesto Fiorentino, presso Firenze, nel 1956. Ha sposato Maria Teresa, originaria di Colletorto (Campobasso), per cui è oggi uno dei più stimati e “importanti” testimonial del Molise. Ha una figlia, Claudia.
Ha iniziato a viaggiare in bicicletta giovanissimo. Nel 1984 è a New York, l’anno dopo in Nepal, primo impatto con una realtà rimastagli nel cuore. Commenta: “Di lì a poco anche il Nepal ha cominciato ad adeguarsi al resto del mondo ‘civile ed evoluto’, a scimmiottarne l’effimero benessere. Ma allora ancora non c’era illuminazione stradale, praticamente assenti televisioni, telefoni, asfalto, traffico. Probabilmente fu una delle ultime occasioni per conoscere ed apprezzare un mondo in estinzione, esperienze di antichi viaggiatori, autentiche diversità di culture e modi di vita. Da allora ogni volta si è sempre più affievolita l’impressione di aver fatto un viaggio nel tempo, in un mondo a sé”. E continua: “Il Nepal ha rappresentato da subito una méta diversa. Forse anche da prima… La mia passione per i viaggi, infatti, è nata a scuola, come per tanti, dove ho amato viaggiare su cartine e libri. Ma il Nepal, la sua capitale, Kathmandu, ha evocato in me qualcosa di magico e di antico. Qualcosa che ho poi avuto modo di verificare di persona per le sue strade e viuzze, come per le sue infinite montagne: in Nepal era come se io vi fossi stato da sempre. Ed ogni volta la sensazione si ripete, e spesso anche per i miei compagni di viaggio… Oramai il Nepal mi sembra come una persona, un amico, un’incredibile realtà che mi ha insegnato a vivere, a scegliere la via…”.
Nel 1988 è in Kenya: i grandi parchi, Nairobi, l’oceano indiano, il Kilimanjaro, la savana.
Nel 1989 è nuovamente Nepal nella traversata dalla Cina all’India.
Nel 1990 è in Argentina e in Cile. Ricorda “la grandiosità dei panorami e la nostalgia, il languore e la fierezza del popolo argentino, le lotte, le musiche, i deliziosi arrosti ed i caldi vini”.
L’anno seguente è la volta della Cordigliera delle Ande, quindi nuovamente Nepal.
Nel 1992 l’Everest e le Olimpiadi, da Barcellona a Firenze. L’anno seguente è la volta dell’Himalaya, quindi il litorale del Tirreno dalla Toscana alla Sicilia.
Nel febbraio 1994, in Australia, conclude il suo primo giro intorno al mondo in bicicletta. E’ l’unico italiano nominato “membro onorario” di “Sports development Nepal”. L’anno seguente è in Thailandia. Nel giugno 1996, alla vigilia della partenza di una delle sue “missioni” (Kathmandu), incontra il presidente della repubblica Scalfaro.
Nel 1998 conquista il più alto lago nel mondo, a circa 5.200 metri (16,070 piedi), in Himalaya, il Sanu Pokhari. Nello stesso anno la scoperta del Molise grazie ad “Uno Mattina” e all’amica Paola Saluzzi: le immagini più forti sono legate alla magia di Sepino.
Nel 2000 è ancora in giro per il mondo, dal Tibet a Betlemme, l’anno seguente è sulle Dolomiti, quindi nuovamente Nepal e Australia. Nel 2002 partecipa alla trasmissione “Velisti per caso” con Patrizio Roversi e Syusy Blady.
Nel corso della puntata del 22 settembre 2002 di “Velisti per caso”, alla domanda di Syusy Blady
su quale fosse il posto più bello del mondo, dopo aver preso un po’ di tempo e riflettuto tra gli spazi dell’Australia e le emozioni del Nepal, sceglie poi il Molise. La definisce “terra dalle mille scoperte”, con un suo particolare fascino. Spiega: “Viaggiare, in barca o in bicicletta, come con ogni altro mezzo, è bello e sicuramente una delle più grandi opportunità della nostra vita. Che niente possa sostituire il “viaggio” e la scoperta di luoghi e genti è altrettanto sicuro. Ma credo anche che sarebbe sicura infelicità anche la non ricerca, la non visione, la non protezione ed il non rispetto dell’ambiente in cui viviamo. Ogni giorno. E per noi “euro-italiani” ancora di più. Per le nostre terre, le nostre storie, il nostro ambiente. Il Molise è proprio una di queste nostre mete quotidiane o quasi. Una destinazione vicina che può dare il sapore del “lontano”…
Da ricordare il suo impegno umanitario e a favore della pace nel mondo. Nel 2004, a Firenze, ha presenziato ad una serata in favore delle Missioni in Africa e del Centro trapianti di midollo osseo Meyer.
“Per me la bici non ha il significato riduttivo di una bicicletta – racconta. “La ricordo molto spesso come una zattera nella Pampa argentina, come una macchina di volo sulle Ande o nei paradisi dell’Everest, un veicolo indistruttibile sulle strade della Tasmania…”.

(Giampiero Castellotti)

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