Il professore molisano De Oto (Bologna) scrive del suo Molise

Antonello De Oto è un giurista che si occupa di religioni ed insegna a Bologna. E’ molisano di Termoli. Sul sito Formiche.net analizza oggi la situazione del Molise alla vigilia delle elezioni regionali.

“Chiunque accederà alla carica di governatore dopo le pessime prove degli anni scorsi, non potrà ignorare due temi: la sanità regionale in grande crisi e l’autonomia regionale più volte messa in discussione da Roma – esordisce il professore. “Solo un’azione di governo decisa e riformatrice affiancata dalla Consulta dei molisani nel mondo potrà sostenere lo sforzo di rinnovamento”.

Il docente universitario confessa: “Tra poco si andrà al voto amministrativo nel piccolo Molise e dal mio ufficio in Università, in un momento di pausa lavorativa guardo fuori dalla finestra, dove brulica la vita dell’Alma Mater, la più antica Accademia del mondo conosciuto (1088 l’anno di fondazione – Secularia IX). Eppure mentre guardo fuori per una volta non vedo Bononia ma penso al mio Molise. Da dove sono partito, dove forse un giorno tornerò”.

Il professor De Oto (da Twitter)

Scrive ancora il professor De Oto: “Chissà chi vincerà questa volta… ma chiunque sarà, bisognerà fargli prendere coscienza del sogno quasi fallito, di una regione come quella molisana di appena 222.000 abitanti che si candidava molti anni fa ad essere la Svizzera del Sud e che invece è riuscita solo nel tempo a far fuggire i suoi figli, sparsi per l’orbe terracqueo, in ogni dove. Bisognerà dire al nuovo presidente, del tanto Molise che c’è fuori dal Molise e che con le relazioni e la fiducia che ognuno dei suoi figli ha costruito negli anni in altri contesti, potrebbe anche pensare ad una svolta, un cambio deciso di passo. Una rete fitta e importante a disposizione della terra dei padri, se questa ne vorrà approfittare. Se per un attimo infatti, il piccolo Molise sarà in grado di sottrarsi alle guerre intestine tra i gastaldati ‘politici’, per pensare in grande, qualcosa potrebbe cambiare”.

Il professore ricorda, insomma, i tantissimi molisani che vivono fuori regione e che potrebbero costituire – se coinvolti seriamente – una concreta risorsa per il futuro del territorio. Un ragionamento in linea con quello che “Forche Caudine” professa da oltre tre decenni qui a Roma. Conclude lo stimato professore: “La chiamata alle armi, disinteressata, dei migliori fuori dai confini regionali potrebbe (speriamo) rianimare il ‘paziente Molise’”.

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